Secondo un recente studio di Intel Corporation in partnership con Strategy Analytics, l’impatto di quella che è stata battezzata Passenger Economy sarà doppio rispetto a quanto avvenuto con la Sharing Economy. Le aspettative sono eclatanti: da 800 miliardi di dollari nel 2035 a 7mila miliardi entro 2050 . Ovviamente il focus centrale sono ancora una volte le auto a guida autonoma e le smart city . Saranno questi due elementi a fare da propulsore secondo gli analisti per la nuova rivoluzione industriale che in parte ricorda la corsa allo spazio degli Anni ’60.
I player attivi su questo versante sono tantissimi, oltre ai soliti tech come Google ed Apple , si sono aggiunte le aziende di servizi di mobilità come Uber e ovviamente i produttori tradizionali di automobili non sono rimasti a guardare valutando anche interessanti partnership come quella di Intel con BMW che con un investimento di 250 milioni di dollari nel prossimo biennio e l’acquisto di Mobileye punta a portare in strada un nuovo modello di self-driving car entro la fine dell’anno.
Brian Krzanich, CEO di Intel, afferma: “le aziende dovrebbero iniziare a pensare alla loro strategia per l’autonomia nella mobilità fin da ora”. “Meno di dieci anni fa nessuno parlava del potenziale della sharing economy o delle app perché nessuno le ha viste arrivare. È per questo che abbiamo iniziato a parlare presto di Passenger Economy, per far aprire gli occhi alle persone circa l’opportunità che emergeranno quando le auto diverranno i più potenti dispositivi mobili di generazione dati che utilizziamo”.
Harvey Cohen, analista e coautore dello studio, pone l’accento sulle opportunità di business : “le opzioni di auto senza pilota appariranno nei mercati sviluppati e reinventeranno la consegna di merci e il trasporto a lungo raggio. Ciò allevierà le carenze di autisti in tutto il mondo e rappresentano due terzi dei primi ricavi previsti”.
Nel dettaglio ci si attende uno sviluppo massiccio del Mobility-as-a-Service (MaaS) tanto sul versante business (che dovrebbe costituire il 43 per cento dell’intera passenger economy, con un valore di 3mila miliardi di dollari) che sul versante consumer (in questo caso con un valore del 55 per cento, pari a 3,7mila miliardi di dollari). Va da sé che con questo tipo di economia le nuove applicazioni e servizi vedranno un rapido sviluppo, attorno alle quali si andrà a sviluppare altrettanto commercio. In questo caso il valore stimato è di 200 miliardi di dollari di guadagni. Interessanti anche le opportunità d’indotto . Si ipotizzano servizi per la persona, dai trattamenti di bellezza e cure mediche da remoto ai servizi di ristorazione e alloggio come cene veloci, hotel su mezzi di trasporto ecc. Parallelamente ampie potenzialità sono legate ai contenuti multimediali (ricordiamo ad esempio la carrozza cinema su Italo Treno) e alla pubblicità basata sulla localizzazione. E gli esempi potrebbero essere i più disparati.
Ma la nuova economia del trasporto non è soltanto una questione commerciale. Vi è anche un interessante risvolto sociale : grazie alla tecnologia potranno ad esempio essere risparmiate 585mila vite tra il 2035 e il 2045 (si pensi che solo nel 2016 negli Stati Uniti hanno perso la vita 745 persone in incidenti con coinvolgimento di camion merci). Liberandosi dall’impegno della guida inoltre, gli utenti potranno investire in altre attività le oltre 250 milioni di ore all’anno risparmiate nelle città più congestionate. Per la commercializzazione delle auto completamente autonome occorrerà però aspettare il 2040. Nel frattempo ci dobbiamo accontentare di versioni co-pilotate , dove però la reattività e attenzione umana ha ancora un ruolo centrale.
Mirko Zago