I risultati finanziari di Intel per il secondo trimestre dell’anno fiscale hanno superato le aspettative di Wall Street, con ricavi ridotti rispetto all’anno passato e un business in piena trasformazione – a detta di Intel stessa. Il futuro è incerto, tecnologicamente parlando, mentre all’economia farà bene l’arrivo di Windows 10. Parola di CEO.
Nel complesso, il fatturato incamerato da Intel durante il secondo trimestre del 2015 ammonta a 13,2 miliardi di dollari, -5 per cento rispetto al secondo trimestre del 2014 e +3 per cento rispetto al trimestre precedente ; gli utili netti ammontano a 2,7 miliardi, -3 per cento rispetto al 2014 ma un notevole +36 per cento rispetto al primo trimestre dell’anno.
I chip x86 per computer (Client Computing Group) continuano a rappresentare la fetta più grossa del business di Intel (7,5 miliardi di dollari), una ovvietà che al momento non favorisce l’incremento degli affari visto lo stato di perenne depressione del mercato dei PC e non solo. In ogni caso Santa Clara non ha timori, visto che anche se non vendono i PC a trainare gli affari pensa la crescita nelle divisioni data center, memorie e Internet delle Cose.
Sul cambio di segno nella vendita di PC scommette il CEO Brian Krzanich , che considera il prossimo debutto di Windows 10 come un fatto positivo per il settore: prima o poi gli utenti dovranno comunque cambiare PC e il nuovo hardware sarà necessario per sfruttare appieno le caratteristiche del nuovo sistema operativo, dice il manager.
Dove Intel non può che ammettere l’esistenza di un problema sostanziale è sul fronte dell’evoluzione tecnologica dei processi produttivi, con il passaggio dagli attuali transistor a 14 nanometri a quelli a 10nm rimandato di un anno : dopo Skylake, l’architettura destinata a sostituire i Core Broadwell attualmente in commercio entro il 2015, nel 2016 arriverà una terza generazione a 14nm (Kaby Lake) e il passaggio a una produzione a 10nm verrà spostato nella seconda metà del 2017.
È dunque arrivata la tanto pronosticata fine della legge di Moore ? Neanche per sogno, dice Intel, al massimo la si dovrà aggiustare con una “cadenza” nel raddoppio del numero dei transistor e della potenza delle CPU che passa da 2 anni a 2 anni e mezzo. La miniaturizzazione estrema dei transistor al silicio si fa sempre più problematica, mentre IBM è già al lavoro su nuovi materiali per i chip del futuro.
Alfonso Maruccia