Il Mobile World Congress di Intel è tutto all’insegna delle reti cellulari di prossima generazione, una prospettiva per cui la corporation intende già oggi posare le fondamenta di quello che dovrà essere un successo. Il flop di Wimax contro LTE non si ripeterà, promette il management.
La connettività IMT-2020 dovrebbe diventare standard – almeno sulla carta – entro il 2020 , con performance comprese fra le 10 e le 100 volte quelle delle più moderne reti 4G/LTE; Intel vuole in tal senso lavorare a quello di cui industria e operatori avranno bisogno per trasformare in realtà le promesse della nuova tecnologia.
Chipzilla dice che il 5G non è destinato a smartphone e tablet ma ai “dispositivi del futuro”, e diversamente dall’epopea Wimax questa volta la corporation collaborerà con aziende terze del calibro di Ericsson, Verizon, ZTE, Huawei, AT&T (con cui già testa i droni radiocomandati su LTE ) e altri.
Intel è chiaramente intenzionata a non ripetere gli errori del passato e a non lasciare spazio ai concorrenti per fornitura di chip, design e tecnologia, ma i concorrenti non stanno certo a guardare senza impegnarsi a loro volta al supporto dello standard mobile del futuro.
Sulle reti 5G veleggiano in effetti già parecchi concorrenti, a cominciare da Qualcomm (anche qui in partnership con Ericsson) per passare a TIM (ex-Telecom Italia) e finire con gli stati e le organizzazioni sovranazionali come Europa e Brasile .
A sentire il mercato, il 5G arriverà presto, prestissimo anzi ancora prima, mentre la realtà dei fatti appare ben diversa: prima di viaggiare con una rete mobile di “classe Gigabit”, avvertono i player di settore , occorrerà diffondere la connettività all’interno degli apparati e dei dispositivi non connessi e preparare l’industria alla rivoluzione annunciata del mobile next-gen.