Intel annuncia di aver ricevuto una commissione dal Dipartimento dell’Energia (DOE) statunitense per la realizzazione di due nuovi supercomputer, macchine con potenza da record ufficialmente note come Aurora e in dirittura d’arrivo da qui a tre anni.
Quando entreranno in servizio nel 2018, annuncia Intel, i supercomputer Aurora avranno una potenza di picco pari a 180 petaFLOPS – in assoluto il sistema più performante al mondo, almeno secondo gli standard odierni.
Nella realizzazione di Aurora sarà coinvolta anche Cray, società che fornirà il proprio framework per supercomputer di nuova generazione (Shasta) mentre Intel contribuirà con la propria tecnologia HPC (High-Performance Computing) incluse le CPU Xeon di nuova generazione e i chip per il calcolo parallelo Xeon Phi.
Il progetto Aurora costerà 200 milioni di dollari, e assieme agli Xeon next-gen Intel prevede di far debuttare sistemi di interconnessione ottica funzionanti basati sulla silicon photonics . Santa Clara in ogni caso non è la sola azienda coinvolta dalle autorità statunitensi nello sviluppo di super-sistemi sempre più “super”, visto che il DOE ha chiesto anche a IBM di realizzare supercomputer da centinaia di petaFLOPS basati sull’architettura di processore OpenPOWER.
Con Aurora e i supercomputer IBM il DOE intende rispondere in maniera concreta alla sfida tecnologica lanciata in questi anni dalla Cina con il suo Tianhe-2, attualmente il supercomputer più potente al mondo con i suoi 54,9 petaFLOPS.
Ma i rapporti tra USA e Cina ultimamente non sono proprio ottimi , e i contraccolpi si fanno sentire anche sul fronte tecnologico e HPC: che si tratti di concorrenza, protezionismo o sicurezza nazionale, il fatto è che le autorità americane hanno deciso di vietare a Intel la vendita di chip Xeon alle istituzioni cinesi che costruiscono e gestiscono supercomputer come Tianhe-2. Il motivo? Simulazioni di esplosioni nucleari non autorizzate.
Alfonso Maruccia