Il chipmaker con sede a Santa Clara ha pubblicato i risultati di bilancio relativi al secondo trimestre 2016. L’azienda ha visto l’utile netto scendere dai 2,71 miliardi dello scorso anno, nello stesso trimestre, ai 1,33 miliardi. Ciò corrisponde in pratica ad un calo dell’utile per azione (eps) da 55 a 27 centesimi. Senza contare le componenti atipiche l’utile per azione si attesta però a 0,59 dollari, superando agevolmente i 53 centesimi attesi secondo le previsioni degli analisti Reuters .
I ricavi per contro sono saliti del 2,6 percento, attestandosi a 13,53 miliardi di dollari, in linea con quanto atteso dal mercato. Il margine lordo, infine, è sceso dal 62,5 al 58,9 per cento. La società ha confermato l’obiettivo di una crescita dei ricavi annuali del 5 per cento, mentre per l’attuale trimestre prevede un fatturato tra 14,4 miliardi a 15,4 miliardi, contro i 14,63 miliardi previsti dagli analisti.
A fine aprile Intel aveva annunciato il taglio di 12 mila posti di lavoro, allo scopo di liberare risorse da destinare ad investimenti per la crescita. Dal programma di ristrutturazione e tagli, l’azienda ha ricavato 1,4 miliardi di dollari, determinanti sul conto economico trimestrale. La pubblicazione della trimestrale ha procurato un calo del titolo, sul listino Dow Jones, del 3,98 per cento, facendo chiudere il prezzo delle azioni a 34,27 dollari. Le azioni sono tuttavia in leggera ripresa sul mercato after-hours.
La causa dei conti meno brillanti del previsto è da imputarsi soprattutto alla diminuzione della crescita delle forniture per datacenter, ormai sotto il 10 per cento del totale, oltre al rallentamento della divisione dei chip per server, il settore fino ad ora più profittevole e che compensava il declino del mercato PC. Meglio è andata la domanda enterprise, che ha registrato una crescita del 5 per cento, anche se lontana dall’incremento del 9 per cento stimato da Intel.
Intanto la scelta del CEO Brian Krzanich di proseguire sulla strada dei tagli e della ristrutturazione, spostando sempre più il focus dell’azienda sui chip per il settore dei server e allontanandosi dall’asfittico mercato dei PC, è causa di malumori all’intero del management dell’azienda, nel quale Krzanich ha ormai molti nemici secondo le indiscrezioni. Sono in molti a ritenere che, presto, possano cadere altre teste per far posto ad un team di dirigenti più inclini ad appoggiare le idee dell’attuale CEO.
Thomas Zaffino