Tra i soggetti impegnati a ripensare il mercato del mining di criptomonete c’è anche Intel, azienda fin qui nota soprattutto per le sue CPU x86 e che ora vorrebbe realizzare un “Bitcoin Mining Hardware Accelerator” (BMHA), un dispositivo in grado di lavorare molto meglio rispetto all’hardware generalista.
Intel ha infatti registrato un brevetto presso l’ufficio brevetti americano (USPTO) che parla espressamente di accelerazione hardware per il mining di Bitcoin, un’unità SoC (System-on-a-Chip) che include un “core di processore” accanto a un acceleratore hardware per la gestione dei calcoli necessari a minare criptomoneta.
Caratteristica propria di un sistema come BMHA è la vocazione all’uso ridotto di energia elettrica, con una pratica di ottimizzazione che secondo Intel riduce anche lo spazio utilizzato dall’hardware di mining e porta a un taglio massimo complessivo del -35% nei consumi rispetto al succitato hardware generalista.
Intel sottolinea come l’uso, anzi l’ abuso di moderne GPU nate per accelerare i videogiochi abbia portato a una situazione paradossale, dove il costo dell’energia elettrica necessaria a minare un Bitcoin può arrivare persino a superare il valore (in dollari) dello stesso Bitcoin.
Anche in virtù del crollo continuo delle quotazioni di mercato delle criptomonete , un hardware specializzato come BMHA rappresenterebbe quindi la soluzione che molti, nel business del mining, stanno aspettando da tempo.
Alfonso Maruccia