Le vie della miniaturizzazione sono davvero infinite e in certi casi la roadmap programmata inizialmente può anche prendere delle svolte inaspettate. Per la prima volta nella storia, Intel metterà i suoi impianti al servizio di un’altra azienda, che potrà accedere ai suoi processi di produzione più avanzati. La CPU Speedster 22i della startup Achronix Semiconductor sarà infatti basata sull’architettura a 22 nanometri , messa a punto dal gigante di Santa Clara proprio di recente.
Le motivazioni strategiche , che hanno spinto Intel a produrre chip di terze parti nei propri impianti di produzione, non sono completamente chiare. Talvolta l’azienda mette a disposizione tecnologie leggermente più “datate” per i suoi partner, ma in questo caso stiamo parlando dell’ultimo ritrovato. Del resto, Intel ha anche bisogno che determinati “prodotti” continuino ad uscire per vendere i suoi microprocessori.
I nuovi Speedster saranno destinati principalmente al computing, alla cifratura e alle comunicazioni, anche in ambito militare e aerospaziale. Parliamo di chip FPGA (field-programmable gate arrays) con funzionalità programmabili via software, che forniranno prestazioni superiori del 300 percento, a fronte di un consumo energetico dimezzato, rispetto alla precedente generazione Achronix.
Contemporaneamente, Intel si è unita a Toshiba, Samsung e altre 10 aziende, in un consorzio che punta a raggiungere il traguardo dei 10 nanometri entro il 2016. Il fondo per la ricerca e lo sviluppo sarà parzialmente finanziato dal Ministero dell’Economia, Commercio e Industria giapponese. Il progetto verrà sviluppato nell’impianto nipponico di Tsukuba. Per conto proprio, Intel sta comunque portando avanti la realizzazione di un’ambiziosa memoria flash NAND a 10 nanometri.
Roberto Pulito