La metamorfosi di Intel prosegue senza soste e miete un’altra vittima: nel piano di rilancio del CEO Brian Krzanich non c’è spazio per il comparto TV, che sarà rilevato da Verizon per una cifra che secondo le indiscrezioni si aggira intorno ai 200 milioni di dollari. La vendita non è un fulmine a ciel sereno, poiché già nei mesi scorsi ci sono stati diversi indizi in tal senso: alle indiscrezioni diffuse lo scorso autunno, infatti, si è aggiunta la totale assenza di accenni ai progetti televisivi durante il keynote di Krzanich al recente CES di Las Vegas.
A fare chiarezza ci ha pensato il comunicato pubblicato nelle ultime ore dal chipmaker, che conferma il passaggio di consegne specificando che, per quanto innovativi, i prodotti di Intel Media riusciranno a cambiare l’interazione delle persone con i contenuti video grazie al potenziale di Verizon Communications. Quest’ultima rileverà tutti gli asset della divisione incentrata sullo sviluppo e commercializzazione di prodotti e servizi streaming salvaguardando il lavoro dei 350 dipendenti, che continueranno a sviluppare il set-top-box nella sede Intel di Santa Clara.
In attesa delle consuete approvazioni normative, previste entro il primo trimestre 2014, Verizon ha già le idee chiare su come agire e sfruttare le qualità di OnCue, la piattaforma per la Smart Tv creata qualche anno fa da Intel che andrà ad affiancare i servizi di IPTV e l’attuale offerta del bundle FiOS per ampliare la fornitura di contenuti video su rete fissa e wireless, sia in ambito casalingo che mobile. “Con questa mossa riusciremo a espandere e accelerare la distribuzione di prodotti video e accontentare le esigenze del pubblico su una vasta gamma di dispositivi”, spiega il CEO di Verizon Lowell McAdam.
Una ristrutturazione in piena regola, dunque, per Intel che dinanzi alla crisi di vendite dei PC prosegue la virata verso altri lidi concentrando le forze sul mercato mobile e soprattutto sul settore wearable, considerato da molti analisti e produttori come la prossima frontiera del mercato hi-tech. Gli obiettivi sono chiari, le potenzialità ci sono tutte ma tra il licenziamento del 5 per cento della forza lavoro (circa 5.000 dipendenti), i continui ribassi a Wall Street e le previsioni di un fatturato piuttosto deludente per l’anno fiscale in corso, ci sono ancora tante spine da estirpare.
Alessio Caprodossi