L’annuncio di aprile che ha visto Intel uscire dal business dei modem per il 5G sembra aver segnato uno spartiacque per il chipmaker di Santa Clara: ora l’azienda ha messo in vendita circa 8.500 brevetti inclusi nel portfolio legato alle tecnologie mobile. A riportarlo la testata IAM, che ha individuato in Nader Mousavi di Sullivan & Cromwell l’incaricato a gestire l’operazione.
Intel: maxi-vendita di brevetti per il mobile
Il pacchetto è composto da due parti: una riguardante le proprietà intellettuali inerenti le reti e un’altra con focus sui dispositivi connessi. La prima include circa 6.000 brevetti riconducibili ai territori di 3G, 4G, 5G e standard di rete, mentre altri 1.700 fanno riferimento a tecnologie per l’implementazione dei network wireless. La seconda, formata da circa 500 asset, interessa gli ambiti dei semiconduttori e più in generale l’industria dell’elettronica.
La vendita sembra essere un’operazione a se stante, slegata e indipendente da quella che vede Intel alla ricerca di un acquirente per il proprio business legato ai modem. In questo caso, una manifestazione di interesse non ufficiale sembra già essere giunta da Cupertino, con Apple che nei mesi scorsi ha inoltre assunto Umashankar Thyagarajan, ex Project Engineer di Intel al lavoro sul chip XMM 8160 annunciato a novembre e che non vedrà mai la luce. Non è dunque da escludere che tra i partecipanti all’asta possa esserci anche la mela morsicata.
Un’altra ipotesi è che l’acquirente possa essere un consorzio formato da più società, come avvenuto nel 2011 con la vendita dei brevetti della canadese Nortel legati a tecnologie di connettività: allora ad aggiudicarseli fu il gruppo Rockstar che riunisce tra i propri membri Apple, BlackBerry, Ericsson, Microsoft, Sony ed EMC.
Sarà interessante capire come l’amministrazione USA potrebbe reagire a un eventuale interessamento da parte di realtà non statunitensi: pensiamo a Huawei, big del settore 5G attualmente impegnato in un braccio di ferro con Washington. I rapporti tra le parti sono andati incrinandosi negli ultimi mesi, ma potrebbero tornare a rasserenarsi a breve, come emerso nel fine settimana dall’incontro fra Trump e Xi Jinping in occasione del G20 di Osaka.
Impossibile per il momento stimare il valore del pacchetto messo sul tavolo da Intel: l’assegno da staccare sarà in ogni caso corposo, considerando l’enorme mole di proprietà intellettuali in gioco. Dal chipmaker non sono giunti commenti in merito.