I riflettori del CES 2021 si sono posati in queste ore su Intel in virtù di una serie di annunci legati in modo particolare all’area business. Da Las Vegas tuonano le parole di Stefanie Hallford – Vice President, Client Computing Group e General Manager, business client platforms di Intel – la quale presenta anzitutto i nuovi processori vPro con una analisi che non ammette discussioni: “Intel Core vPro i7 di undicesima generazione è il processore mobile di fascia business migliore al mondo“. I motivi? “fornisce le più elevate prestazioni e la più completa sicurezza al mondo basata su hardware e supera qualsiasi imitazione“.
Parole che hanno un doppio sapore: quello dell’annuncio, per creare effetto “wow” sulle novità in arrivo, ma al tempo stesso una frecciata alla concorrenza al termine di mesi nei quali più volte dal mercato sono giunte punzecchiature (tutto fuorché velate) nei confronti di Intel e delle prospettive future del gruppo.
Intel vPro, potenza, velocità, sicurezza
Per entrare nel merito del valore dei nuovi vPro, Hallford pone sullo stesso piano le due entità che coesistono in questo progetto: i livelli prestazionali e la connettività:
Le prestazioni della CPU, la grafica dedicata e l’eccezionale accelerazione AI rappresentano il meglio per la produttività, la collaborazione e la creazione di contenuti per le aziende – rispondendo alle richieste di una forza lavoro diversificata che opera da remoto o in ufficio. […]
La nuova soluzione Intel Wi-Fi 6/6E (Gig+) raggiunge velocità sei volte superiori negli uffici e quasi tre volte superiori nelle abitazioni rispetto al Wi-Fi 5 standard fornendo così al personale connessioni con velocità in gigabit per poter lavorare ovunque e vivere un’esperienza di alto livello con una connettività affidabile. Questa potente connessione supporta le app che richiedono grande ampiezza di banda come le videoconferenze o la condivisione di contenuti (che tutti noi stiamo ultimamente utilizzando con maggior frequenza del solito!)
Un cenno importante, infine, viene riposto sul tema della sicurezza, considerato inderogabilmente fondamentale per un processore che intende presentarsi con ambizioni business. A tal fine Hallford, sottolinea come “Con l’undicesima generazione, gli ingegneri Intel hanno inventato una tecnologia rivoluzionaria che aiuta a bloccare un’intera classe di attacchi che a lungo sono riusciti ad aggirare le soluzioni puramente basate su software. Inoltre, solo Intel fornisce l’unica capacità AI su silicio per il rilevamento delle minacce che aiuta a fermare gli attacchi di ransomware e crypto-mining“. Sul medesimo fronte, viene sottolineata inoltre l’importanza strategica della nuova Intel Active Management Technology, con la quale è possibile portare avanti un’operazione di bonifica da remoto per far tornare i PC ad uno stato funzionante conosciuto, operando anche su una organizzazione distribuita e dovendo agire pertanto da remoto.
Dentro i vPro, insomma, c’è una completa reinterpretazione del contesto business: Intel mette sul piatto novità che partono dalle performance, ma che vanno oltre poiché vPro deve significare qualcosa di più di velocità: senza “controllo”, infatti, una rete distribuita perde di efficienza e di coerenza. L’esperienza diretta di Intel in questo nuovo contesto diventa quindi pietra angolare per i progetti posti in essere, frutto di riflessioni di lungo corso e diretta emanazione di quel che è stato il 2020: “Non avremmo mai potuto prevedere l’attuale ambiente del lavoro con così tanto personale che opera completamente da remoto. Tuttavia è da oltre un decennio che riflettiamo sul futuro del lavoro immaginando uno scenario in cui si può essere produttivi in qualsiasi luogo in cui ci si trovi, dove le esigenze dei dipendenti siano prioritarie, e dove IT e utenti possano lavorare in sicurezza sui propri dispositivi ovunque. Con il lancio della piattaforma Intel vPro di undicesima generazione facciamo orgogliosamente leva sulla nostra storia, su una visione approfondita e su un solido ecosistema di partner per concretizzare questa vision per gli IT manager di oggi“.