Intellectual Ventures , patent house fondata dall’ex CTO Microsoft Nathan Myhrvold, ha depositato presso la corte federale del Delaware tre cause per violazione di quindici suoi brevetti contro nove aziende ITC .
A essere scosso dalle conseguenze delle concatenazioni tecnologico-brevettuali non è, stavolta, il settore smartphone , ma quello della sicurezza, dei chip e dei produttori di memoria.
Nella prima causa, sei brevetti coinvolti, le aziende sul banco degli imputati sono Check Point Software Technologies , McAfee, Symantec e l’azienda che offre servizi di backup e protezione dati Trend Micro ; nella seconda sono cinque i brevetti e due le aziende, i produttori DRAM e memorie Flash Elpida Memory e Hynix Semiconductor; nella terza, coinvolti i chipmaker Altera, Lattice Semiconductor e Microsemi Corp e quattro brevetti.
Intellectual Ventures è nata con l’idea di investire nel campo dell’innovazione e per scongiurare l’etichetta di troll ha evitato per qualche tempo di mostrarsi offensiva.
Con il tempo ha continuato a raccogliere e sviluppare brevetti e alla fine ha costruito un portafoglio di centinaia di migliaia di titoli : il business starebbe nel darli in licenza (e fra i suoi clienti ci sarebbero Microsoft, Intel, Cisco e Google). Ma ora ha rotto gli indugi, iniziando ad assumere un atteggiamento aggressivo.
Anche con le aziende chiamate ora in causa avrebbe prima provato ad offrirgli in licenza le tecnologie incriminate . E la richiesta, una volta incassato lo stop alle trattative, è di danni imprecisati.
“Controversie legali sono il pane quotidiano del mondo hi-tech – ha detto Melissa Finocchio , nuovo vertice dell’ufficio legale di Intellectual Ventures che si è arricchito anche di altri avvocati esperti in cause brevettuali – non possiamo controllare il modo in cui le persone interpretano le nostre azioni, ma quello della causa legale è una delle vie per monetizzare i brevetti, anche se non la più efficiente”. E d’altronde, sottolinea, le aziende coinvolte “hanno deciso di ignorare le richieste effettuate in buona fede”.
Claudio Tamburrino