Un recente studio di Google Workspace ci rivela un trend inequivocabile: la nuova generazione di manager ha integrato completamente l’intelligenza artificiale nella propria quotidianità lavorativa. I numeri parlano chiaro: l’82% dei giovani dirigenti utilizza già l’AI ogni giorno in ufficio.
I giovani manager sono dipendenti dall’intelligenza artificiale
La Gen Z, come appare chiaro dalla ricerca, è particolarmente sensibile al fascino dell’intelligenza artificiale. Il 93% degli intervistati usa ogni settimana almeno due strumenti AI. I Millennials non sono certo da meno! Il 79% fa lo stesso. L’indagine è stata condotta da Harris Poll per Google Workspace. Ha coinvolto più di mille lavoratori americani tra i 22 e i 39 anni, che già occupano o sono in procinto di occupare posizioni di responsabilità.
L’intelligenza artificiale dà il boost alla produttività
In concreto, i giovani manager usano gli strumenti AI soprattutto per migliorare la loro scrittura, prendere appunti in modo efficace e sintetizzare documenti. Ma l’intelligenza artificiale ha un impatto anche sulle capacità gestionali. L’86% degli intervistati ritiene che l’AI possa aiutarli a diventare manager migliori. E quasi tutti (il 98%) sono convinti che rivoluzionerà il loro settore di attività entro 5 anni.
Yulie Kwon Kim, VP Product di Google Workspace, lo afferma: “Il futuro del lavoro è qui, e sarà alimentato dall’AI“. Questa tecnologia consente ai giovani manager di comunicare meglio con i loro team e di avere più tempo a disposizione da dedicare a compiti più strategici.
L’uso dell’AI in azienda solleva anche interrogativi
Nonostante l’entusiasmo, l’adozione massiccia dell’AI nelle aziende non è senza intoppi. Anche se strumenti come ChatGPT di OpenAI sono molto popolari nel mondo professionale, alcune società come JPMorgan o Apple restano caute. Hanno introdotto regole per disciplinare l’uso dell’intelligenza artificiale da parte dei loro dipendenti. Le loro principali preoccupazioni? I rischi di errori e le famose “allucinazioni“, quelle risposte scorrette o fuorvianti che l’AI a volte può generare. Tanto per ricordarci che non è perfetta come sembra…