I dicasteri per la dottrina della fede e per la cultura e l’educazione del Vaticano hanno pubblicato la nota “Antiqua et nova” che evidenzia le potenzialità e i pericoli dell’intelligenza artificiale. Raccoglie i moniti del Papa e può essere presa come riferimento da genitori, insegnanti, preti, vescovi e da “coloro che condividono l’esigenza di uno sviluppo scientifico e tecnologico al servizio della persona e del bene comune“.
Pericoli e progressi dell’IA
Nel documento viene innanzitutto sottolineato che il nome “intelligenza artificiale” è fuorviante. L’AI non è una forma artificiale dell’intelligenza, ma uno dei suoi prodotti. In pratica, l’AI non pensa, ma esegue compiti. Dovrebbe essere quindi utilizzata solo come uno strumento complementare all’intelligenza umana.
Il documento evidenzia le opportunità offerte dall’AI in numerosi campi, ma anche i rischi per economia, sanità, lavoro, educazione, informazione e privacy. Una delle preoccupazioni riguarda il controllo della tecnologia. Dato che le principali applicazioni sono nelle mani di poche aziende, l’AI potrebbe essere sfruttata per guadagni personali o aziendali o per manipolare l’opinione pubblica.
L’AI può migliorare le competenze e creare nuovi posti di lavoro, ma può anche sostituire il lavoro umano. La tecnologia può avere inoltre diverse applicazioni nel settore sanitario, ma non deve sostituire la relazione medico-paziente o creare forme di discriminazione (solo i più ricchi possono accedere agli strumenti più avanzati).
Nel documento sono evidenziati anche i rischi della disinformazione. L’AI permette di generare fake news e deepfake che ingannano gli utenti. Può essere inoltre utilizzata per violare la privacy, se i dati vengono raccolti senza consenso.
L’AI dovrebbe essere usata per ottenere pace e sicurezza, non per creare macchine in grado di uccidere in modo autonomo. Nella nota c’è infine un avvertimento: l’AI non deve essere divinizzata e adorata, altrimenti l’essere umano diventerà schiavo della sua stessa opera.