Una forma di intelligenza artificiale in grado di modificare e adattare se stessa nonché il proprio comportamento in corsa, sulla base dei cambiamenti che interessano il contesto in cui opera: la squadra del MIT che l’ha messa a punto l’ha battezzata rete neurale liquida. Potenzialmente una nuova frontiera per la ricerca in ambito IA.
L’adattabilità di una rete neurale liquida: il progetto del MIT
Il progetto è portato avanti dal Computer Science and Artificial Intelligence Lab dell’istituto. Una soluzione di questo tipo potrebbe trovare applicazione pratica in ambiti come quello della guida autonoma, della robotica e della diagnosi in territorio medico.
A cambiare è l’approccio: solitamente gli algoritmi vengono in un primo momento istruiti dando loro in pasto una grande quantità di dati in modo da affinarne le abilità, premiando poi i comportamenti virtuosi attuati così da migliorarne l’efficacia, ma una volta pronti e messi all’opera di norma non vengono più modificati. Se però il contesto varia, il loro potere può decadere e in alcuni casi addirittura portare a conseguenze negative. È qui che entra in gioco il metodo di continuo perfezionamento proposto dai ricercatori.
È dunque lecito parlare di una sorta di adattabilità dell’intelligenza artificiale. Al momento il team al lavoro sul progetto guidato da Ramin Hasani non ha reso noto quali potrebbero essere le applicazioni pratiche né le tempistiche necessarie per vederle in azione.