Intercettazioni, critiche al sogno dell'FBI

Intercettazioni, critiche al sogno dell'FBI

Si infiamma la protesta delle associazioni per i diritti civili dopo l'approvazione di norme che abilitano l'FBI al monitoraggio di ISP, reti universitarie e telefonia internet
Si infiamma la protesta delle associazioni per i diritti civili dopo l'approvazione di norme che abilitano l'FBI al monitoraggio di ISP, reti universitarie e telefonia internet


Washington (USA) – Il nuovo pacchetto di norme per Internet varate dalla FCC è al centro di una protesta organizzata da una rete di associazioni statunitensi per i diritti civili. In nome della sicurezza nazionale , il governo federale di Washington ha prorogato gli effetti della legislazione CALEA , che regolamenta le intercettazioni Internet eseguite su mandato dell’ FBI .

“Dobbiamo evitare che i terroristi possano utilizzare malevolmente qualsiasi tipo di accesso Internet a banda larga”, sostengono i membri della FCC nella direttiva Communications Assistance for Law Enforcement Act . Ed è così che dal 2007 tutti i sistemi di telecomunicazione istituzionali, universitari e privati (inclusi uffici statali, accademie ed ISP), dovranno dotarsi di nuove apparecchiature per facilitare il lavoro degli inquirenti e degli 007 antiterrorismo.

Una legge che ha scatenato le ire di EFF , ACLU , EPIC e dell’autorevole Center for Democracy and Technology : “Non vogliamo mettere in dubbio la bontà degli intenti del CALEA”, sostiene Sheldon Steinbach, segretario generale dell’ American Council on Education , “ma si tratta di un piano inattuabile che prevede costi operativi proibitivi, soprattutto per le università”.

Grandi preoccupazioni anche nel mondo dei servizi VoIP, come sottolinea il direttore di Pulver , un giovane operatore telefonico che sfrutta le potenzialità di Internet. Jonathan Askin è convinto che l’FCC, l’ente governativo che regola le telecomunicazioni, sia pronto a cingere d’assedio tutta la grande Rete.

Il futuro della privacy e dell’innovazione sarebbe a rischio. Il network di organizzazioni in favore delle libertà digitali si è così affidato alla Corte d’Appello di Washington, nella speranza di intralciare l’entrata in vigore di questa controversa legge.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
26 ott 2005
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