Washington (USA) – Sta sollevando grande rumore un articolo apparso sul Washington Post che getta una luce inquietante sulle operazioni classificate condotte in questi anni dall’ FBI , la polizia federale statunitense.
Grazie all’azione legale di EPIC , la celebre organizzazione che si batte per il rispetto della privacy, FBI ha dovuto rilasciare in pubblico una quantità di documenti , come previsto dal Freedom of Information Act : si tratta di materiali prodotti dalla stessa FBI nelle inchieste interne, tese a comprendere la portata di eventuali abusi e il corretto esercizio dei poteri di intercettazione . Pur ampiamente “sbianchettato”, il quadro che emerge rivela come l’FBI abbia abbondantemente fatto ricorso al famigerato Patriot Act , soprattutto dopo l’11 settembre, spingendosi però in diversi casi ben al di là di quanto previsto da quella normativa su intercettazione e controllo.
Stando a quei documenti (disponibili qui in pdf) sono almeno 13 i casi di abuso fin qui emersi. Cose come tenere sotto sorveglianza una persona per cinque anni o più, senza notificare tutti i dettagli al Dipartimento della Giustizia, un atto, come tanti altri, esaminato dalla stessa FBI che nelle conclusioni dell’inchiesta ammette che la mancata comunicazione al Dipartimento ha impedito a quest’ultimo di agire relativamente ad una “indagine di controspionaggio straniero su un cittadino americano”.
Ma c’è di più: si parla esplicitamente di perquisizioni effettuate senza avallo superiore, di sequestro di conti bancari effettuato senza averne la capacità giuridica o di registrazione di email di individui anche dopo la scadenza del mandato che ne consentiva l’intercettazione. A fronte di tutto questo appare ovvia la preoccupazione di EPIC: “Quello che vediamo potrebbe essere la punta dell’iceberg in FBI e in tutta l’intelligence americana. Indica che gli attuali meccanismi non sono adeguati a prevenire abusi o ad assicurare all’opinione pubblica che gli abusi siano individuati e trattati, sanzionati con la giusta severità”.
Il fatto che queste notizie emergano ora potrebbe rivelarsi decisivo per la battaglia che in questi mesi si combatte al Congresso per porre importanti paletti al Patriot Act. Come noto quella legge, fortemente voluta dall’amministrazione Bush , già un anno fa è stata bocciata da un tribunale americano perché a suo dire è incostituzionale intercettare email, web e telefonate con la complicità dei provider e degli operatori telefonici, perdipiù costringendoli all’omertà.