Interflora, primo round sulla parola chiave

Interflora, primo round sulla parola chiave

La catena di fioristi vince in primo grado contro il retailer Marks & Spencer, accusato di violazione del marchio con lo sfruttamento della keyword interflora nelle sue campagne pubblicitarie online
La catena di fioristi vince in primo grado contro il retailer Marks & Spencer, accusato di violazione del marchio con lo sfruttamento della keyword interflora nelle sue campagne pubblicitarie online

Dopo una battaglia legale durata oltre cinque anni, il network di fioristi Interflora ha ottenuto una preziosa vittoria in primo grado, nella sentenza emessa da un giudice della High Court of England and Wales . La nota catena britannica Marks & Spencer avrebbe infatti sfruttato in maniera indebita la parola chiave “interflora” nelle sue campagne pubblicitarie tramite la piattaforma di Google AdWords .

Nel testo relativo alle motivazioni del giudice Arnold, Marks & Spencer avrebbe cercato e utilizzato la specifica keyword per pubblicizzare i propri servizi digitali nella vendita di fiori e pacchetti regalo. Una forma evidente di violazione del trademark Interflora , tra le eccezioni punibili da una precedente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del settembre 2011.

Gli stessi giudici del Vecchio Continente avevano ribadito la possibilità di utilizzare il marchio di un’azienda concorrente come parola chiave per l’inserzione pubblicitaria sui canali online. A patto di non provocare una diluizione del valore del marchio impiegato per la pubblicità o una confusione più o meno evidente nel consumatore . Il giudice britannico ha preso proprio quest’ultima condizione per inchiodare Marks & Spencer.

In altre parole, il retailer britannico avrebbe confuso i consumatori digitali con l’inclusione della parola chiave “interflora” nelle sue campagne online. Agli utenti è stato dunque fatto credere che la catena di fioristi facesse in qualche modo parte degli asset aziendali di Marks & Spencer. La catena di grande distribuzione asembra già pronta a ricorrere in appello.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
24 mag 2013
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