Il conto alla rovescia per la chiusura di Google+ nella sua incarnazione consumer sta per giungere al termine. La data fissata da bigG per la cancellazione dei contenuti pubblicati dagli utenti è il 2 aprile. Secondo Internet Archive, responsabile tra le altre cose del progetto Wayback Machine, i post del social network vanno conservati e tramandati ai posteri: questa la finalità del progetto messo in campo e annunciato nel fine settimana su Reddit.
Internet Archive e Google+
I post pubblici saranno conservati all’interno di una libreria digitale accessibile da chiunque, ma con alcune limitazioni. Ad esempio, i thread con più di 500 commenti verranno troncati, mostrando solo alcuni di questi sotto forma di HTML statico. Ancora, le immagini e i video saranno salvati a risoluzione ridotta. Chi desidera che non venga effettuato un backup dei suoi contenuti deve al più presto procedere all’eliminazione del proprio account. In alternativa Internet Archive mette a disposizione una procedura utile per chiedere la cancellazione di un contenuto specifico.
La maggior parte dei contenuti pubblici di Google+ dovrebbero sopravvivere su Internet Archive grazie a un gruppo di volontari fanatici. E voi potete aiutarli.
Internet Archive ha dunque unito le forze con Archive Team (i cui membri operano in modo indipendente) per dar vita al Google+ Archive Project. In questo modo anche in futuro, in seguito allo spegnimento del servizio così come oggi lo conosciamo (sopravviverà sotto forma di piattaforma enterprise) sarà possibile navigare tra i post condivisi pubblicamente.
Il gruppo di Mountain View ha annunciato la chiusura di G+ nell’ottobre scorso, in seguito alla comparsa di informazioni relative a un grave bug che ha esposto a lungo i dati di milioni di utenti. Una seconda vulnerabilità è emersa nel mese di dicembre, costringendo Google ad accelerare i tempi. A fine gennaio lo spegnimento delle API messe a disposizione della community di sviluppatori e in febbraio lo stop alla registrazione di nuovi account. Viene così archiviata l’ennesima avventura di stampo social messa in campo da Google, come in passato era accaduto con il progetto Orkut.