In attesa delle prime deposizioni in tribunale per il processo di appello, Internet Archive ha comunicato di aver rimosso oltre 500.000 libri dalla sua biblioteca digitale. La decisione è conseguenza della vittoria ottenuta in primo grado dai quattro editori che hanno presentato la denuncia.
Petizione per supportare Internet Archive
Hachette Book Group, HarperCollins Publishers, John Wiley & Sons Inc. e Penguin Random House hanno denunciato Internet Archive nel 2020 per la violazione del diritto d’autore. Secondo i quattro editori statunitensi, l’organizzazione non-profit gestisce una biblioteca pirata, in quanto permette agli utenti di accedere alle copie digitali dei libri. In realtà, Internet Archive funziona come una normale biblioteca, in quanto ha acquistato o ottenuto legalmente i libri in formato cartaceo.
Il tribunale di primo grado ha tuttavia dato ragione ai quattro editori. Questi ultimi hanno successivamente ottenuto dal giudice un’ingiunzione, in base alla quale Internet Archive ha dovuto rimuovere oltre 500.000 libri, inclusi quelli degli editori iscritti alla Association of American Publishers. Ciò significa che gli utenti non possono più noleggiarli.
Gli editori pretendono il pagamento delle royalties sulle versioni digitali dei libri. Internet Archive sostiene invece che il noleggio digitale controllato è considerato “fair use” dalla legge sul copyright. Questa è la tesi che verrà probabilmente sostenuta durante il processo di appello previsto dal 28 giugno. Inoltre gli editori non hanno fornito prove che il mercato degli ebook sia stato danneggiato dalla biblioteca (anzi i loro profitti sono aumentati).
Internet Archive ha avviato una petizione per chiedere l’aiuto agli utenti nella vana speranza che gli editori possano cambiare idea. Nella lettera sono evidenziate le conseguenze derivanti dalla rimozione dei libri per studenti, professori e ricercatori, per le persone a basso redditto e per la conservazione della cultura (molti libri non esistono più in versione cartacea).