“Le dittature sono oggi più vulnerabili che in passato, in parte a causa del trasferimento del potere dallo stato ai singoli individui. Una delle tesi che vorrei qui enfatizzare è legata alle modalità con cui le reti riescono a distruggere l’esercizio del potere”. Così ha parlato Alec Ross – attuale senior adviser del Segretario di Stato statunitense Hillary Clinton – recentemente intervenuto nel corso dell’ultimo Activate Summit organizzato a Londra dal quotidiano britannico The Guardian . Un discorso breve e conciso, incentrato sulle libertà offerte dalla rivoluzione guidata da Internet.
Il paragone è di quelli arditi: Internet rappresenterebbe il Che Guevara del 21esimo secolo . Un guerrigliero rivoluzionario pronto a far cadere i governi più repressivi, come già accaduto in Egitto contro la presidenza di Hosni Mubarak. Il vento di protesta soffiato su social network come Facebook e Twitter costituirebbe un esempio lampante.
Ross ha comunque sottolineato come la Rete non abbia provveduto da sola al declino delle grandi dittature nei paesi africani. La stessa rivoluzione egiziana non sarebbe quindi considerabile come una rivoluzione su Facebook . Le nuove tecnologie connesse avrebbero però dato una grossa mano, come Che Guevara in terra cubana.
Mauro Vecchio