Internet e minori: moltissime prese di posizioni, molti studi pieni di informazioni irrilevanti, pochissimi dati concreti. Ora uno studio del Berkman Center for Internet and Society tenta di portare l’ordine nel caos e restituire ai più piccoli utenti della rete e ai loro tutori qualche grado di serenità: i risultati ridimensionano alcuni dei timori e delle paure che da sempre attanagliano molti, troppi utenti.
Nella loro ricerca, gli studiosi dell'” Internet Safety Technical Task Force “, specializzati in indagini sui rischi connessi a Internet, hanno mappato tutti gli studi scientifici prodotti negli Stati Uniti sul tema dei “rischi online per i minori”. Il risultato del loro lavoro contraddice molti degli stereotipi oggi invalsi sui “babau digitali”: i dati non mostrano alcuna correlazione tra aumento nell’uso di Internet e crimini a sfondo sessuale nei confronti di minori negli USA. Al contrario, le evidenze relative agli ultimi 18 mesi documentano una diminuzione costante nel numero di molestie e violenze perpetrate online contro bambini e adolescenti. Le paure connesse agli adescamenti virtuali, come testimoniato dagli studi, sarebbero state esagerate rispetto alla loro incidenza reale.
Parallelamente, sembra diminuire anche il livello di ansia vissuto dai genitori. All’alba della diffusione di Internet e dei social network, spiegano i ricercatori del Berkman Center, erano molti i genitori che si dicevano preoccupati dei rischi che i media sociali avrebbero potuto comportare per i loro bambini. Per converso, un’indagine del 2007 mostrerebbe maggiore fiducia: la maggior parte degli adulti intervistati sostiene che Internet “ha un effetto positivo” sui loro figli , e solo il 7% parla di “influenza negativa”.
D’altra parte, lo studio illumina anche alcune questioni irrisolte . Anzitutto l’esposizione dei minori a contenuti “x-rated”: i dati confermano che in parallelo alla diffusione dell’online surfing si moltiplicano le possibilità per gli under 18 di incappare (volontariamente e involontariamente) in testi ed immagini a sfondo sessuale. Inoltre la ricerca evidenzia come alcuni minori siano più esposti di altri: la decrescita nei crimini sessuali online si è registrata principalmente tra i figli di famiglie di classe media o medio-alta, soprattutto bianchi e di sesso maschile. Bambine e figli di persone meno abbienti, per converso, restano esposti così come in passato.
Nei prossimi mesi, una ricerca “gemella” rispetto a quella statunitense dovrebbe essere pubblicata facendo riferimento all’Unione Europea. I dati preliminari fin qui pubblicati individuano nell’ Italia uno dei paesi meno esposti ai rischi di adescamento e molestia online , un dato che piacerà ai genitori, forse un po’ meno a chi di certi allarmismi ha fatto la propria bandiera.
Giovanni Arata