Se c’è un paradosso virtuoso che ogni anno esalta il valore dell’Internet Festival di Pisa, questo paradosso sta nella convivenza pacifica e stupefacente del concetto di qualità con quello di quantità. Due concetti spesso separati, considerati complementari da volti che si nascondono dietro una foglia di fico che celano i giochi al rimpiattino come necessari compromessi per raggiungere un obiettivo. A Pisa non succede da troppi anni ormai: Internet Festival è incredibile quantità intrisa di impagabile qualità, esaltando l’una e l’altra cosa edizione dopo edizione. Fino all’undicesima, quella terminata esattamente un giorno fa.
Internet Festival 2021
Viene dunque il momento di tirare le somme e la parola va lasciata al direttore, Claudio Giua:
Anzitutto siamo riusciti a riportare l’evento in un ambito molto fisico, senza rinunciare alla dimensione all digital, o quasi, dello scorso anno, quando la pandemia stava riproponendo la propria massima virulenza. Inoltre, IF si identifica sempre di più con Pisa e la Toscana, grazie all’impegno delle istituzioni e degli atenei che lo sostengono con impegno e convinzione.
Il tema dell’edizione 2021 è stato coltivato su quell’incredibile fermento che emerge nei punti di tangenza tra il mondo digitale e quello fisico, dove la natura diventa ibrida o forse, più consapevolmente, possiamo ormai considerarla aumentata. Anche in questo, infatti, non ci sono compromessi né complementarità: la dimensione fisica e quella digitale non sono più complementari, ma promiscue e tali da dar vita ad un tutt’uno aumentato. L’uomo si fa cyborg e la realtà muta sotto i nostri occhi a mano a mano che mutiamo noi.
Dal digitale una profonda rivoluzione di senso
Nell’edizione 2022 si ripartirà da due punti fermi: dalle estreme conseguenze che i panel dell’11esima edizione hanno messo in luce, e da Pisa. Dal Ponte di Mezzo, dove l’ultimo videomapping ha chiuso in serata la kermesse archiviando l’hashtag #phygital in attesa del prossimo.