Nel tempo di lettura necessario per questo articolo, diversi responsabili di marketing e agenti pubblicitari si stanno spaccando le meningi per trovare lo slogan perfetto, ma non sono affatto convinti della ricerca fatta dall’assistente junior. Poco lontano, un’altra azienda sta impazzendo per trovare nei server quel maledetto brevetto archiviato anni fa da un dipendente andato in pensione. Lì vicino, in un ministero, due persone da sole in un ufficio stanno compilando un po’ di domande per il prossimo concorso spulciando Wikipedia e l’enciclopedia lasciata mestamente sugli scaffali dal 1980, pregando di non finire su tutti i giornali per l’ennesimo sfondone che provocherà ricorsi a pioggia. A due stazioni di metropolitana, un ricercatore medico sta interrogando quattro diversi database dell’ospedale per cui lavora: deve capire quali pazienti sono stati visitati con la medesima patologia da diversi medici, ma anche quali diverse patologie hanno affrontato alcuni specifici medici in un determinato periodo. Sta seriamente pensando di mollare tutto e andare a Dubai.
Intelligenza Artificiale per le imprese
Ammettiamolo: la necessità di utilizzare gli strumenti di intelligenza artificiale per migliorare l’impresa, tenerla sul mercato, renderla più produttiva, diminuire i costi, è tangibile anche se maldistribuita. A Pisa, all’Internet Festival, ci sono state molte occasioni di riflessione sulle implicazioni etiche, culturali, legali, sociali, dell’AI. Come sempre e utilmente. Tuttavia, c’è stata una conferenaa notevolmente diversa dagli altri, quella in cui i laureandi del corso di Laurea Magistrale in Intelligenza Artificiale dell’Università di Pisa, guidati dal professor Andrea Bonaccorsi, titolare del corso di Business and Project Management, hanno presentato una serie di progetti che dimostrano come l’Intelligenza Artificiale sia già in grado di rivoluzionare diverse aree aziendali.
Il progetto è correlato all’HUB Europeo dell’Innovazione Digitale, concepito per assistere le aziende nell’ottimizzazione dei processi, dei prodotti e dei servizi aziendali/produttivi mediante l’utilizzo delle tecnologie digitali, fornendo un catalogo di servizi, dal semplice assessment a soluzioni rivoluzionarie: la rete europea e nazionale copre la metà dei costi, mentre l’azienda copre l’altra metà. Le università di ricerca sono una colonna fondamentale.
Gli undici strumenti di Intelligenza Artificiale suddivisi in tre aree (Sviluppo, Digital Sales e Risorse Umane) presentati all’Internet Festival si sono rivelati autentiche meraviglie. Bando alle ciance, ecco l’elenco.
Sviluppo
Nelle aree aziendali orientate alla innovazione un problema di crescente importanza è come seguire gli sviluppi scientifici e tecnologici senza “perdersi” nell’oceano delle informazioni. Servono strumenti intelligenti di ricerca, sintesi dei contenuti, identificazione dei temi rilevanti e scoperta delle novità.
- Metodi di summarization applicati alle pubblicazioni scientifiche
Giulio Fischietti, Giovanni Paolini, Luca Di Giacomo hanno creato un’app di ricerca semantica che utilizza chatGPT per rispondere a domande precise anziché affidarsi a parole chiave. Questo approccio consente di ottenere risultati di ricerca più mirati, come articoli scientifici basati sul tema richiesto. Non solo trovi gli articoli, ma l’IA ti aiuta a scrivere un articolo scientifico con le references. A prova di accusa di plagio. - Metodi di summarization applicati ai brevetti
Nicola Berti e Stefano Bianchettin hanno fatto una cosa simile, ma nel mondo dei brevetti. Idea geniale: la ricerca di tutti i claim e la riproduzione del primo claim di un brevetto. Le cause sui brevetti sono spesso lunghe e costano moltissimo. Almeno l’IA ti risparmia la scoperta di non aver inventato nulla quando hai già ricevuto una denuncia. - Ricerche vocali su database
Giovanni Bergami e Edoardo Focacci hanno messo assieme il riconoscimento vocale speech-to-text, ChatGPT per tradurlo in un comando sql e la riproduzione di un risultato leggibile e infografico. I database a portata di tutti. Mai successo. - Generazione automatica e valutazione di Linee guida d’uso dei prodotti
Giulio Capecchi ed Federico Frati sono riusciti ad utilizzare diverse AI, sia di linguaggio che generative di immagini, per produrre manuali d’uso in pdf di dispositivi e macchinari, in un tempo ridicolmente breve rispetto alla produzione umana. Valore aggiunto: l’IA risponde al “troubleshooting”, cioè chiedendo come risolvere un problema trova subito la parte del manuale che contiene la soluzione e la spiega. Alzi la mano chi almeno una volta nella vita non ha maledetto un manuale d’uso perché non si capiva oppure non si trovava la soluzione, quella spia misteriosamente accesa.
Marketing
La capacità di Chat-GPT e simili di esaminare enormi quantità di testi in modo intelligente ha aperto nuove prospettive per il marketing (come comprendere meglio i clienti) e l’automazione digitale delle vendite (come intrattenere conversazioni positive con i clienti).
Questi gli strumenti ideati.
- Generazione di Slogan Pubblicitari
Luana Bussu ed Luca Caprioli hanno sviluppato modelli di Intelligenza Artificiale, fondendone alcuni, che possono generare slogan pubblicitari basati sulla descrizione di un marchio e il contesto dell’azienda. Non è un agente pubblicitario, ovviamente, ma sarebbe già uno dei migliori dipendenti dell’ufficio. - Generazione automatica di immagini a partire da testi
Martina Marino e Roberta Matrella hanno fatto il contrario: addestrando l’IA sono riusciti a generare immagini pubblicitarie indistinguibili da quelle originali di grandi marchi di moda o di campagne pubblicitarie nazionali. Si sono divertiti anche con “Open to meraviglia”. La differenza qualitativa fa venire voglia di trasferire quell’assegno ai due studenti. - Generazione automatica di banner e testi pubblicitari
Domenico D’Orsi e Denny Meini hanno costruito un’altra applicazione che fa miracoli e ha una capacità di individuare i target decisamente efficace. - Il trono dei pubblicitari è in pericolo?
Caterina Bruchi, Davide Bruni e Giacomo Moro sono arrivati alla conclusione, con la loro soluzione, che al momento la risposta è no. Ma solo al momento. La capacità linguistica delle IA è limitata, manca un tocco di creatività. Ma il supporto nell’evitare cose noiose, già sentite e inefficaci, è già irrinunciabile.
Risorse umane
Le risorse umane sono sotto pressione. Difficile identificare le persone di talento, difficile trattenerle in azienda. Anche la formazione degli adulti è sotto scacco: servono percorsi personalizzati, ma svilupparli è molto costoso. Come migliorare l’analisi delle candidature per il reclutamento delle risorse umane? Come automatizzare (almeno in parte) la progettazione della formazione? Come gestire i dati in modo da migliorare la gestione dei progetti? Anche in questo caso, in poche settimane, i laureandi hanno prodotto soluzioni interessanti.
- Selezione del Personale
utilizzando centinaia di CV pubblici, Lorenzo Mazzei e Matteo Manni hanno sperimentato l’uso di chatGPT per porre domande ai candidati riguardo ai loro punti di forza e debolezze. L’IA è ancora molto limitata nella valutazione dei punti negativi, ma già brava nel gestire o suggerire i criteri selettivi. Problema bias cognitivi? Sul tappeto. Ma lo sono anche quando non usi l’AI. - Gestione Documentale
Nell’ambito amministrativo, l’IA andrebbe utilizzata per la comprensione, classificazione e analisi rapida di grandi quantità di documenti, come fatture, annunci di lavoro e CV. Ma come fare ad ottenere risposte leggibili se questi documenti sono uno diverso dall’altro e hanno formati diversi? Lorenzo Tonelli ha realizzato “Donut”, che naviga tra la documentalità infinita di aziende grandi impedendo il naufragio. - Produzione Didattica
Infine, forse l’IA più clamorosa rispetto all’attualità. Andrea Ruggieri, Jacopo Niccolai e Giulio Bello hanno costruito una IA che genera automaticamente valutazione di test a partire da contenuti didattici. In parole povere: l’IA studia i testi didattici, elabora una serie di domande ben strutturate – il numero lo decidi tu – e si occupa di valutare le risposte, con un preciso quoziente di difficoltà. Imbarazzi per il Test di Medicina? Addio. Senza nostalgia.