La prima metà di questo 2020 verrà ricordata come il periodo che ha visto la comunità globale affrontare, pur con tempistiche e modalità differenti, una crisi sanitaria senza precedenti nel nuovo millennio. Passerà alla storia anche come quel lasso di tempo in cui sono improvvisamente cambiate le abitudini e le attività online in tutto il mondo. Partendo da questo spunto è stato organizzato nei giorni scorsi da Cisco l’incontro battezzato Costruiamo l’Internet del Futuro che ha coinvolto gli esponenti di alcune telco nostrane.
Cisco: la tavola rotonda Costruiamo l’Internet del Futuro
Alla tavola rotonda virtuale hanno partecipato Paolo Campoli (Leader del segmento Service Provider di Cisco EMEAR), Michele Gamberini (Chief Technology & Information Officer di TIM), Andrea Lasagna (CTO di Fastweb) coadiuvato da Marco Arioli (Head of Engineering di Fastweb), Benoit Hanssen (Chief Technology Officer di WINDTRE) e Marco Zangani (Head of Mobile Access Engineering di Vodafone).
La prima e più importante considerazione è che Internet ha retto l’impatto di una richiesta senza precedenti in termini di traffico generato, spinta in primis dalla fruizione dei contenuti multimediali in streaming e dalla corsa all’adozione degli strumenti per lo smart working come Webex, pur non senza qualche scivolone registrato anche nel nostro paese. Le infrastrutture della grande Rete europee si sono trovate a dover soddisfare una domanda incrementata del 33% in una sola settimana.
Il massiccio utilizzo di piattaforme e servizi online è però stato accompagnato da un incremento nel volume di minacce e crimini informatici andati via via manifestandosi. A tal proposito Cisco fornisce un esempio: nella giornata del 3 aprile sul pianeta sono state indirizzate 9.189.726 richieste di connessione verso 114.645 domini contenenti i termini “corona” o “covid”, il 65% dei quali riconducibili a campagne di phishing o per la diffusione di malware.
Come le telco hanno gestito il cambiamento
Per capire come siano cambiate e come stiano cambiando le modalità di utilizzo di Internet facciamo riferimento alle parole di Gamberini (TIM): la fascia oraria più critica è quella compresa tra le 9 e le 13, con picchi che sono arrivati al doppio del traffico rispetto alla norma. L’aumento è avvenuto maggiormente sulla rete fissa, mentre su quella mobile è stato registrato soprattutto nelle aree suburbane e residenziali.
Secondo Arioli (Fastwork) si è giunti al +50/60% nei primi giorni di misure restrittive con il gaming che ha pesato in modo particolare sulla variazione. Forte anche l’adozione di VPN per rendere più sicure le connessioni.
Per Hanssen (WINDTRE) è stato fondamentale poter contare su un’infrastruttura di Rete solida, appena ammodernata. Interessante l’appunto sul fatto che, pur essendo ormai imboccato il percorso verso l’allentamento delle restrizioni, nuovi usi e abitudini sono destinati a rimanere. In altre parole, gli utenti hanno imparato modi inediti per lavorare, comunicare o intrattenersi e non li abbandoneranno.
Il parere di Zangani (Vodafone) è che la complementarietà tra rete fissa e mobile costituisca un fattore chiave per rispondere a situazioni impreviste e imprevedibili di questo tipo. L’operatore, a differenza di altre telco, ha visto impennarsi soprattutto il traffico generato da dispositivi come gli smartphone.
La nuova normalità del mondo online
Concludiamo con le parole di Campoli (Cisco) come sia di fondamentale importanza studiare il fenomeno a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi per comprendere appieno la complessità, ma assumere anche consapevolezza di come sia stato solo una assaggio di quella che viene definita una nuova normalità.
Cisco è consapevole che questa nuova normalità significa fornire agli operatori ed in accordo coi loro CTO reti sempre più sicure, automatizzate, per assicurare business continuity, velocità nel riconfigurarsi e nel dare servizi, reti che realizzino davvero la convergenza dei servizi 5G e FTTH, offrendo velocità che continueranno a crescere per sostenere la digitalizzazione del Paese, a costi sempre più competitivi.
Ricordiamo infine che la solidità della grande Rete era tutt’altro che scontata all’inizio di questo periodo critico: basti pensare a come in Europa le autorità abbiano chiesto alle piattaforme di streaming una riduzione di risoluzione e bitrate dei contenuti per non correre il rischio di dover fare i conti con un improvviso collasso.