Vienna – C’è allarme per l’uso della rete da parte di grandi e piccoli trafficanti di droga. Un allarme lanciato dalla “International Narcotics Control Board” (INCB), l’organismo delle Nazioni Unite dedicato proprio allo studio del fenomeno a livello internazionale.
Stando al Rapporto annuale 2001 dell’INCB, la rete viene ampiamente sfruttata dalle organizzazioni criminali ad ogni livello. “INCB – hanno dichiarato i funzionari dell’osservatorio – è particolarmente preoccupata che paesi senza una legislazione adeguata relativa ai crimini tecnologici possano diventare nuovi santuari” per i trafficanti.
Uno dei problemi centrali emersi nel Rapporto è quello di sempre: le carenze del diritto internazionale nel caso di azioni investigative che devono toccare paesi diversi, e dunque operare nell’ambito di diverse legislazioni o in paesi con i quali le polizie che investigano non hanno rapporti diretti e nei quali non è possibile contare su una fattiva collaborazione antidroga.
Gli strumenti utilizzati dalle organizzazioni criminali sono la posta elettronica, naturalmente, ma anche web e chat room private, basate su server casuali in rete che gli esperti dell’INCB descrivono come “protette da firewall inaggirabili” da parte delle forze di polizia.
Un problema a parte sono anche i molti siti “improvvisati farmacie” che vendono in rete medicinali a mezzo mondo anche quando questi richiederebbero la prescrizione medica. Una questione che da tempo è sul tappeto e al centro di iniziative di repressione negli Stati Uniti e che ha avuto due momenti di grande rilievo: nei primi tempi della diffusione del Viagra e, dopo l’11 settembre, nella diffusione di Cipro, antibiotico spacciato come “preventivo” per eventuali attacchi bioterroristici.
Il rapporto affronta anche la situazione nei singoli paesi, ognuno con le sue particolarità. Per esempio nella Repubblica Ceca si parla di contatti tra trafficanti e spacciatori che avvengono online negli internet café o attraverso telefoni cellulari. E il web verrebbe utilizzato da società olandesi per vendere semi di canapa e derivati in tutto il mondo.