Libertà è partecipazione , cantava Giorgio Gaber, e l’avvento dell’era di Internet ha in qualche modo raccolto e amplificato quanto espresso dal cantautore milanese. Non è un caso che il ventesimo secolo sia ricordato come il secolo della comunicazione: basti pensare alla posa dei cavi telefonici transoceanici, all’invenzione della radio e, in ultimo, la Rete. La comunicazione a distanza ha assunto un ruolo sempre più rilevante nelle abitudini di milioni di persone, fino ad essere percepita come naturale dalle prime generazioni di digital nativi .
Una volta tirate le somme, i cambiamenti positivi apportati da quella che a tutti gli effetti è stata una rivoluzione socio-culturale potrebbero non essere così marcati , almeno secondo uno studio del Pew Research Center .
L’inchiesta, condotta nell’estate del 2008 su un campione di più di duemila cittadini statunitensi, ha prodotto risultati che non sembrano rispecchiare la posizione rilevante assunta dalla Rete nel panorama socio-culturale globale.
Molte volte si è sentito parlare di Internet come di una livella sociale, un’entità in grado di creare e mantenere una propria neutralità entro la quale milioni di utenti godono degli stessi diritti. Sono in sostanza uguali. Poco importa delle disparità sociali evidenziate dalla vita offline.
Tuttavia, stando a quanto presentato dagli analisti del Pew Research Center , le cose non starebbero esattamente così: Internet è sì una livella, ma non nell’ accezione fornita a sua tempo dal grande Totò. In sostanza quando il cittadino veste i panni del netizen, quale che sia la sua preparazione, tenderebbe semplicemente a traslare le proprie attività sul mondo virtuale , senza crearne di nuove.
L’esempio riportato riguarda l’impegno socio-politico: sia nel Web che nel mondo reale sarebbe appannaggio di una determinata frangia sociale piuttosto che di altre. Strumenti come i social network quindi non sarebbero in grado di far proseguire questa deriva culturale impostata ormai 20 anni fa, grazie all’impegno di alcuni grandi nomi come Vinton Cerf e Tim Berners-Lee.
Eppure il putiferio scatenato, non più di due mesi fa, in occasione delle elezioni iraniane , aveva conferito a quell’episodio una rilevanza insperata agli oppositori dell’attuale governo che, facendosi largo tra i blocchi informatici imposti dall’esecutivo, hanno tenuto informato il mondo sugli accadimenti di quei giorni tumultuosi.
Giorgio Pontico