Cos’è una connessione? La visione tecnofila potrebbe limitarsi a vedere in una connessione un punto di unione e comunicazione tra due entità, ma proprio chi ha maturato nel tempo una vera visione della tecnologia in ottica antropocentrica non può non controfirmare le parole che David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo, ha pronunciato presso la Commissione dei diritti umani del Senato:
Era già evidente che la mancanza di accesso a Internet era una delle cause principali delle crescenti disuguaglianze tra i cittadini europei, ed è una forma importante di emarginazione sociale. La pandemia non ha fatto altro che metterlo dolorosamente in evidenza. Nel contesto della ricostruzione bisogna tenerlo in conto come priorità.
La mancanza de acceso a Internet, non solo produce isolamento e solitudine, ma ormai logora profondamente anche l’uguaglianza di fronte ad altri diritti come l’acceso alle sanità, alle cure o alla scuola. E non solo: con il digitale si è vista democratizzata la possibilità stessa di intraprendere le attività che ci permettono di guadagnarci da vivere. Comparativamente chi non può accedere – o accede con poca qualità – alla Rete si trova in una situazione di grave e ingiusta inferiorità.
Il divario digitale è un problema che ha conseguenze così gravi come lo ebbe l’analfabetismo. Infatti crea fratture tra territori, generazioni, classi e gruppi sociali che producono violazioni dei diritti fondamentali e sfociano in gravi conseguenze per il benessere di tutta la società.
In questo senso Internet è uno strumento ma anche una fonte di ispirazione.
Internet, nuovo diritto umano
Parole pesanti, ma focalizzate: la connessione non è più soltanto un “plus”, ma è un vero e proprio elemento abilitante del quale non si può più fare a meno: questione di opportunità, di accesso democratico alle risorse, di riduzione di gap essenziali. Questione economica e sociale, insomma, di fronte alla quale non si può più abbassare la testa. Sassoli lancia pertanto un appello che potrebbe farsi manifesto dell’agire del Parlamento Europeo – ed in questo viene pertanto cercata anche la collaborazione italiana:
In questo contesto vorrei affermare che l’accesso a Internet dovrebbe essere considerato come un nuovo diritto umano. […] Ma non c’è diritto umano senza garanzie democratiche. L’Unione europea ha la sfida di essere pioniera e di dare esempio nella democratizzazione del mondo digitale.
Sassoli vuole in questo una politica protagonista, affinché si possa ribadire ad ogni livello istituzionale la centralità della digitalizzazione in questo processo di rinsaldamento delle democrazie e della democratica distribuzione di risorse e competenze. Digital divide, carenze culturali e impossibilità di accesso agli strumenti essenziali scavano ferite che la società non può più permettersi: “Una digitalizzazione della educazione che si basi sui valori democratici di apertura, libertà e opportunità per tutti e non sulle necessità di mercato di grandi attori monopolistici“.