Il 40 per cento della popolazione mondiale è già online , con il numero di utenti connessi salito dai 2,3 miliardi del 2013 ai 2,9 previsti per la fine di quest’anno.
A dirlo è lo studio della Broadband Commission for Digital Development , finanziata dall’ONU, secondo cui
entro tre anni si raggiungerà il 50 per cento della popolazione connessa ed entro cinque saranno 7,6 miliardi le persone connesse con banda larga mobile rispetto ai 2,3 miliardi previsti per la fine del 2014: al momento vi sono vi sono tre connessioni di banda larga mobile per ogni connessione paragonabile fissa, fatto che fa di tale tecnologia quella con il “tasso di crescita più veloce nella storia dell’uomo”.
Lo studio ha fotografato la situazione di 160 paesi: 77 di questi riescono a connettere più del 50 per cento della popolazione, con l’Islanda che tocca il 96,5 per cento. Fanalino di coda, i paesi africani: Etiopia (1,9 per cento), Nigeria (1,7 per cento), Sierra Leone (1,7 per cento), Guinea (1.6 per cento), Somalia (1.5 per cento), Burundi (1,3 per cento) ed Eritrea (0.9 per cento), insieme agli stati asiatici di Birmania Myanmar e Timor Est (sotto l’1,2 per cento).
In questa classifica l’Italia si ritrova al 40esimo posto, con una penetrazione del 22,3 per cento che varia di 0,2 punti percentuali rispetto all’anno precedente, ed al 25esimo per penetrazione della banda larga, dato che conferma la preferenza degli italiani per i dispositivi mobile.
Da questi dati, magari, potrà partire Matteo Renzi che in questi giorni si trova in visita nella Silicon Valley : prima tappa è stato Twitter, di cui ha incontrato il CEO Dick Costolo, cui seguiranno Google e Yahoo.
Con Renzi vi è peraltro anche Riccardo Luna, che proprio con un’esperienza personale nella Silicon Valley ha trovato l’ispirazione per dedicarsi a digitale ed innovazione, e che è stato recentemente nominato dal Primo Ministro Digital Champion dell’Italia. Proprio via Twitter, peraltro, Luna ha parlato in una sorta di intervista aperta per la prima volta ricoprendo questo ruolo e, sempre attraverso il tecnofringuello, ha continuato a raccontare il viaggio di Renzi negli Stati Uniti.
Italia dovrà essere un paese un po’ più semplice e un po’ meno caro, dice @matteorenzi parlando dei cambiamenti in corso
– Riccardo Luna (@RiccardoLuna) September 22, 2014
Il Premier ha già incontrato anche le startup italiane arrivate a cercar successo (ed investimenti) negli Stati Uniti: in un incontro allo Yacht club di San Francisco ha detto ai responsabili di 150 startup italiane della Silicon Valley che l'”impegno del governo è per un Paese “più semplice, con un mercato del lavoro diverso, con una classe politica che sia dimagrita e di cui non vergognarsi”, ma che loro devono metterci idee e cervello.
Gli startupper, che hanno avuto occasione di raccontare la loro storia, hanno sottolineato come la priorità sia rimuovere gli ostacoli posti sul cammino dell’imprenditoria da parte dell’Italia: le baronie universitarie, un sistema creditizio antiquato e localistico, gli egoismi e la cultura elitaria e chiusa sono alcuni di quelli più sentiti.
Claudio Tamburrino