Roma – Ciao Paolo, da un po’ di tempo anche tu fai parte della lista di Merlino , che io personalmente dirigo. Come avrai capito Merlino propone stranezze, ilarità e sbadataggini della rete, qua e la e senza nessun altro fine. E una cosa divertente e nulla più. Ma non ti scrivo per questo.
Cercando il materiale per Merlino, qua e la nei ritagli del lavoro, ogni tanto il buon Google mi porta a visitare siti strani, dove talvolta però trovo materiale divertente per le news. Stamane però ho visitato per caso un sito trovato cliccando qua e là, e nella sezione video ho trovato un link che mi ha lasciato sbigottito. Il contenuto va ben oltre le normali eccentricità e non è assolutamente divertente. Io non so che fare, non so se è legale mettere on-line simili cose, se posso muovermi con qualcuno e non so nemmeno con chi farlo. Il sito non propone alcuna password e il contenuto è accessibile a tutti.
Mi sembra di essere uno dei bigotti che criticano le trasmissioni un po’ osé, ma davvero cose del genere andrebbero controllate di più.
Dopo un quarto d’ora di shock mi sono deciso a mandarti due righe affinché non PI, perché forse non è il caso, ma qualcuno debba perlomeno essere avvertito. Ho letto che la giustizia è in fermento per quanto riguarda la pedofilia, cosa molto giusta, ma non sarebbe male fare in modo da limitare contenuti del genere visibili a tutti (penso a mio fratello, tredicenne, che naviga quotidianamente).
Chissà, forse scriverti mi ha permesso di sfogarmi un po’. Forse ora mi sento meno inutile di prima.
Di fronte alla facilità con cui uno qualunque come me arriva tramite un semplice motore di ricerca (e a molti click a caso) a contenuti come questo, internet diventa da oggi molto più oscura e pericolosa di quanto fino ad oggi mi era sembrata.
Un saluto.
Merlino
Ciao Merlino, ho volutamente tagliato dalla tua email il link incriminato. Lo pubblico qui sotto con l’avvertenza, per tutti, che si tratta di contenuti decisamente “forti” senz’altro destinati ad urtare la sensibilità di molti (www.smittysworld.net/pictures/01_020.mpeg).
Le tue preoccupazioni le condivido appieno, quante volte mi è capitato di finire su siti che offrono certi materiali senza neppure uno straccio di avvertimento su quello che si rischia di vedere dopo il secondo clic, se non direttamente nella home page? Alcune delle cose pubblicate in rete atterriscono quando sono vere, e offendono l’intelligenza quando sono create “ad arte” per scioccare.
Non condivido però il giudizio che trai da questa esperienza, quello di una internet “oscura e pericolosa”. Internet offre una varietà di contenuti solari, come la tua mailing list per esempio, a disposizione di tutti, un immenso database in continuo mutamento che rappresenta in sé un passo dell’evoluzione, a me piace vederlo così. In questo coacervo di notizie, dibattiti, giochi e passioni ci si trova di tutto, anche cose come quella in cui ti sei imbattuto tu.
Il punto è che non ci sono soluzioni comode a siti “scomodi”. Sono portato a biasimare chi pubblica online materiali di questo genere ma, guardando all’intera rete, come impedire che questo accada senza togliere ad internet quell’afflato di libertà che ha portato nella nostra storia? Chi può decidere a priori, che sia valido per tutti e al di sopra delle culture nazionali, per non parlare delle legislazioni, cosa possa o cosa non possa essere pubblicato? La tentazione può essere forte, a volte, di intraprendere la pericolosa strada del controllo, come peraltro avviene sempre più spesso nelle sedi istituzionali internazionali, ma è una strada che non offre sbocchi di sviluppo e che finora, là dove è stata perseguita, ha generato solo nuove pulsioni oscurantiste e generalizzanti.
Alla mala-informazione si deve rispondere con l’informazione corretta, così ad un sito che riteniamo “malato” possiamo contrapporre pagine positive o propositive e possiamo anche cautelare chi conosciamo (o chi è iscritto ad una mailing list) sui contenuti di un certo sito.
Con questa lettera credo che insieme siamo riusciti ad offrire un messaggio a cui teniamo, cioè che quel sito va preso con le molle o, meglio, non va preso affatto. Ma non può certo bastare quel sito, o le centinaia come quello, a trasformare in una cloaca “oscura e pericolosa” quello che è uno splendido prato fiorito:-)
Un abbraccio,
Paolo De Andreis