Il Garante per la protezione dei dati personali riferisce dell’ accresciuto livello di protezione nei principali Internet eXchange Point (Ixp) italiani, infrastrutture “di mezzo” che permettono lo scambio dei flussi di rete tra i vari ISP nazionali, le reti internazionali e i grandi servizi online come Google e Facebook.
Presenti a Roma, Milano e Torino, gli Ixp nazionali hanno chiuso le “criticità” che il Garante aveva identificato nel 2014 , quando erano emersi una scarsa attenzione per la protezione dei dati personali dei netizen italiani e una generale insicurezza delle comunicazioni telematiche veicolate dai punti di interscambio.
Lo “scandalo” delle comunicazioni insicure, emerso in pieno panico da Datagate , aveva portato a centinaia di ispezioni, sanzioni per due milioni e mezzo di euro e 24 “segnalazioni all’autorità giudiziaria”. Particolarmente delicato il caso degli Ixp, visto che rappresentano la sede fisica delle reti di comunicazione di “quasi tutte” le pubbliche amministrazioni italiani e quelle degli enti di ricerca.
Ora, dice il Garante, gli Ixp si sono adeguati alle richieste dell’autorità con nuove misure di sicurezza, anche se in “casi specifici” tali misure dovranno essere ulteriormente sviluppate. Le attività svolte dai tecnici sugli apparati sono ora adeguatamente tracciate, dice il Garante, così da poter rilevare eventuali anomalie, duplicazioni e manomissioni da apparati esterni.
Sparite anche le credenziali tecniche “condivise” tra i vari operatori e provider, così da identificare più facilmente eventuali azioni malevole. I locali fisici che custodiscono gli apparati risultano poi maggiormente protetti rispetto al passato.
Alfonso Maruccia