Prendono posto nel laboratorio di informatica del Liceo Artistico Caravillani , inforcano gli occhiali, cliccano con cautela. “Il computer era un pezzo di ferro, uno sconosciuto – dice a Punto Informatico nonno Rodolfo, 84 anni – uno sconosciuto terrificante”: hanno cambiato opinione gli ultra 60enni che hanno partecipato alla sesta edizione di ” Nonni su Internet “, un’ iniziativa promossa dalla Fondazione Mondo Digitale e portata avanti in numerose scuole romane.
Per abbattere il digital divide, per colmare il divario digitale sono tre generazioni a mettersi in gioco: i discenti sono i nonni, gli insegnanti sono dei docenti volontari delle scuole medie e superiori, gli assistenti, coloro che devono accompagnare gli alunni tornati sui banchi di scuola, sono i ragazzi delle scuole medie e superiori coinvolte dal progetto.
I dodici nonni che hanno frequentato le lezioni presso il Liceo Caravillani stringono fra le mani un diploma: un traguardo raggiunto fra scoperte e meraviglia, una conquista celebrata nel corso della Settimana dell’Alfabetizzazione . Sono numerose le scuole della capitale che hanno aderito all’iniziativa e che aprono i propri laboratori di informatica per mostrare che è possibile gettare un ponte sul divario digitale, una ponte edificato con entusiasmo e pazienza, con le relazioni e con la pratica sul campo.
Ora i nonni si dilettano con la grafica e si informano online, pagano le tasse e si intrattengono con la videoludica. Come nonna Concetta, travolgente alunna del 1933: il computer – spiega a Punto Informatico – le serve a tenere vivo il fanciullino che c’è in lei; il corso, pur dichiarando di “essere entrata come un asino e uscita come un ciuco”, le ha permesso di fare amicizia con i compagni e con il suo tutor.
Gelosissima del suo assistente, raccontano i docenti, ha trovato in lui un complice di scorribande online: si distraevano dalle lezioni per dilettarsi in rete.
Rodolfo è intento a cercare su Google notizie sui motori elettrici: ultraottantenne dirigente in pensione è pittore e appassionato di aeromodelli. Appena si accorge di essere al centro dell’attenzione, apre dalla postazione alla quale siede la cartella dei propri documenti: vi conserva le proprie foto, i propri dipinti. La diffidenza nei confronti di quello che riteneva essere un “pezzo di ferro” si è sgretolata di fronte alle possibilità che il PC gli offre per coltivare le proprie passioni . Per anni il computer non lo ha incuriosito: delegava, sfuggiva. Poi, la pensione. Il primo impatto con la macchina è stato mediato da un manuale, un manuale che non è riuscito a scatenare la sua curiosità, ma che ha innescato una voglia di mettersi alla prova: “Nonni su Internet”, l’occasione per familiarizzare con il PC. Il figlio, al termine del corso, ha regalato a Rodolfo quello che lui definisce “degli strumenti per dipingere con il PC”: la voglia di mettersi alla prova è diventata passione, ora Rodolfo alimenta il proprio talento artistico impugnando il mouse, sperimentando con i pixel.
Il segreto per incuriosire i discenti, spiegano a Punto Informatico Mara Vardaro e Sandro Moriggi, due docenti di Matematica e Fisica responsabili del progetto per il Liceo Caravillani, è mostrare loro che il computer è utile , che serve a coltivare delle passioni e a sbrigare faccende quotidiane. Ai nonni sono state insegnate le basi per familiarizzare con la macchina e poi, affiancati dai ragazzi volontari, li si è proiettati in compiti che prevedessero il raggiungimento di risultati concreti : li si è invitati a formattare un documento di testo, ma anche ad organizzare un viaggio da Roma a Courmayeur. Ciascuno si è interfacciato con Internet secondo le proprie attitudini, ciascuno ha raggiunto la meta seguendo un percorso diverso. Il mettere in pratica, lo sperimentare, li ha entusiasmati: “vogliono tutto e lo vogliono subito”, sorridono i due docenti che hanno dovuto temperare gli impeti dei nonni, combattivi nel guadagnarsi il proprio “riscatto culturale” .
Anche Giovanni, 65 anni, spiega con molta modestia a Punto Informatico che il computer lo ha appassionato per la sua utilità. “Ero un analfabeta digitale” ammette: un impiego in banca, il suo rapporto con il PC si limitava alle faccende di lavoro. Una volta in pensione il suo approccio con il computer è passato da un distacco: i figli all’estero, intendeva sbarazzarsi di un vecchio PC ormai negletto. Ha saputo che la Fondazione si occupava di riuso e ha donato la macchina perché potesse iniziare una nuova vita in un’aula scolastica o in un centro anziani. È stato coinvolto nella scorsa edizione di “Nonni su Internet” ed ora Giovanni vede il computer come una macchina trasparente : lo usa per pagare le tasse, per comunicare con i figli attraverso Skype, si lascia incuriosire dalla finestra sul mondo offerta da servizi come Google Earth.
Se la cava egregiamente anche Mario, 75enne, giornalista: in passato c’era chi lavorava per lui sul computer, poi l’inevitabile impatto con la tecnologia: “usavo il computer solo per scrivere, correggere e inviare i pezzi”. Ora dispensa segreti del mestiere e racconta di come abbia imparato a creare caselle di posta elettronica, effettuare online le ricerche più disparate, muoversi con agilità in un archivio elettronico. Ma prima ha dovuto affrontare il tasto destro del mouse , uno scoglio per i nonni discenti.
C’era chi lo impugnava con eccessiva fermezza e chi temeva di romperlo, chi faceva schizzare il puntatore da un lato all’altro dello schermo e chi lo dirigeva lentamente con millimetrica precisione. Tutto è filato liscio quando è stato suggerito ai nonni di pensare al mouse come ad un ferro da stiro, ricordano i docenti: i nonni hanno ascoltato, capito, provato, le sequenze proposte per affrontare un compito sono state ricette tranquillizzanti da appuntare e da ripetere a casa , prima di lanciarsi verso frontiere inesplorate.
Mario racconta un aneddoto: vent’anni fa, quando lavorava presso un ufficio stampa, gli era stata imposta la frequenza di un corso di informatica. “Un lager – ricorda – ogni volta che qualcuno commetteva un errore sullo schermo si accendeva una lampadina”, una segnalazione che aveva lo scopo di comunicare al malcapitato la propria inettitudine. Nulla a che vedere con l’ambiente di apprendimento nel quale si è immerso nei mesi scorsi: i ragazzi, uno per ogni due nonni, sono stati addestrati a non far sentire i discenti a disagio , hanno seguito personalmente i loro alunni, li hanno guidati senza nervosismi. “Ci è voluta pazienza” spiegano a Punto Informatico Niccolò, Damiano e Rebecca, terzo e quarto anno di liceo, tutor dei nonni: confessano che è una soddisfazione sentirsi chiedere consigli per l’acquisto di un PC da nonni che, dopo le 30 ore di lezione, si sono lasciati avvincere dalle loro lezioni sul campo.
Quest’anno sono stati 67 i corsi attivati nelle scuole della capitale, 57 le scuole coinvolte, centinaia i nonni diplomati, che scalpitano per fruire di lezioni avanzate . La Fondazione Mondo Digitale ha consegnato uno strumento per apprendere e consolidare le loro conoscenze, la Guida Pratica all’Uso del PC , un manuale in fieri, collaborativo, che combinato con gli strumenti in dotazione a ragazzi e docenti ha contribuito a creare l’ambiente di apprendimento più fruttuoso. Saranno questi manuali “a codice aperto”, insieme all’aspetto della socializzazione e del ritorno fra le mura scolastica, il viatico per ampliare il raggio dell’iniziativa di Mondo Digitale: l’obiettivo per il prossimo anno scolastico, spiega a Punto Informatico il coordinatore del progetto Romano Santoro, sono le scuole dei capoluoghi di provincia del Lazio, centri dal quale diramare entusiasmo ed esperienze, da estendere a tutta la penisola.
a cura di Gaia Bottà