Internet TV, ritrasmissioni illegali in Europa

Internet TV, ritrasmissioni illegali in Europa

Una sentenza europea dichiara fuorilegge i servizi di ricodifica e trasmissione online dei canali televisivi già disponibili via etere. Ma la società in oggetto canta vittoria: comunque vada sarà un successo?
Una sentenza europea dichiara fuorilegge i servizi di ricodifica e trasmissione online dei canali televisivi già disponibili via etere. Ma la società in oggetto canta vittoria: comunque vada sarà un successo?

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea si è pronunciata sul caso di TVCatchup , servizio di trasmissione telematica della programmazione televisiva via etere dedicato esclusivamente al pubblico britannico: quelle ritrasmissioni sono illegali, ha sentenziato la corte, ma la società dice di aver vinto comunque nonostante la sonora sconfitta nei tribunali del Lussemburgo.

La Corte europea ha dunque riaffermato un principio già sancito in casi precedenti in Europa e negli USA , e cioè che per la ricodifica e la ritramissione in rete della programmazione televisiva già diffusa con altri mezzi occorre un’autorizzazione specifica da parte dei singoli broadcaster . Autorizzazione che nel caso di TVCatchup non è stata concessa.

Le emittenti televisive che avevano denunciato le attività non autorizzate di TVCatchup saranno soddisfatte, eppure l’azienda che gestisce il servizio – disponibile ai cittadini britannici che pagano il canone televisivo su web, PC e gadget mobile – canta a sua volta vittoria.

Il numero di utenti che guardano le trasmissioni delle emittenti coperte dalla sentenza della Corte europea sono “appena il 30 per cento”, sostiene TVCatchup, e per le TV “perse” dopo la sentenza c’è un numero di canali televisivi aggiunti al servizio più che sufficiente a compensare la fame di contenuti dei suddetti utenti.

“Quale che sia il risultato della sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea”, dice TVCatchup, il servizio di Internet TV “è già emerso come il chiaro vincitore di anni di battaglie legali, imponendosi come la piattaforma di trasmissione online standard per Web, tablet, mobile e altre applicazioni”.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
11 mar 2013
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