Roma – È una di quelle vicende che tutti ricordano: non solo ha messo in luce la sostanziale fragilità del mercato italiano della banda larga ma anche, e soprattutto, ha lasciato a terra moltissimi utenti. È la querelle tra Telecom Italia e Intratec, deflagrata la scorsa estate quando l’incumbent ha deciso di staccare le linee di Intratec/Vira.
Come si ricorderà, Intratec/Vira, e per la verità anche altri operatori di cui Punto Informatico si è occupato in varie occasioni, rivendevano ai consumatori e alle aziende il servizio di telecomunicazione acquistato da Telecom Italia. Improvvisamente, nel breve volgere di qualche settimana, si sono trovati sulla soglia del fallimento dopoché Telecom, sostenendo di vantare imponenti crediti, ha interrotto i servizi ADSL. I clienti Intratec, tra gli altri, si sono quindi trovati senza connettività.
La vicenda ha sollevato allarme tra tutti i provider proprio perché mette in luce quanto siano fragili, al di là delle dichiarazioni di principio, le basi del mercato TLC italiano.
Dopo aver cercato soluzioni in grado di garantire la continuità dei servizi nei confronti degli utenti, Intratec ha annunciato ieri di aver agito di fronte alla Corte d’Appello di Roma: in quella sede ha denunciato Telecom Italia per abuso di posizione dominante e ha chiesto 11 milioni di euro di danni .
In particolare, rileva Punto Informatico , l’azienda sostiene che l’esecuzione del contratto di fornitura da parte di Telecom si sarebbe risolto in un comportamento illecito: nel contratto vi sarebbero clausole inique ai danni dei concorrenti dell’azienda. Non solo: si accusa Telecom di gestire la “fase di crisi” in un modo del tutto anomalo rispetto a “ordinari parametri di diligenza professionale”, quelli insomma che dovrebbero, da codice, regolamentare i rapporti contrattuali tra le imprese.
Intratec lamenta anche il fatto che Telecom, a suo dire, avrebbe rifiutato qualsiasi forma di soluzione pacifica, una soluzione che avrebbe consentito all’azienda di onorare gli impegni con i propri clienti. Una soluzione era stata individuata anche con il subentro di una società capace di azzerare il debito. Soluzioni del genere sono all’ordine del giorno, spiega Intratec, tanto che proprio queste hanno impedito che venissero meno anche i servizi VoIP del provider, forniti da società che hanno garantito la continuità dei servizi. Ne aveva parlato anche PI: gli utenti del VoIP di Vira/Intratec hanno avuto un passaggio indolore, grazie alla disponibilità (ben remunerata, si presume) degli operatori alternativi a Telecom Italia di fornirgli il sevizio VoIP al fine della rivendita all’utente finale. Per contro, come accennato e come si ricorderà, agli utenti ADSL è andata molto peggio .
Secondo il legale della Società, Fulvio Sarzana di S.Ippolito dello studio legale www.lidis.it che con l’Avv. Fabio Cesare sta seguendo l’iter del risarcimento, “Telecom avrebbe pervicacemente rifiutato di percorrere soluzioni concordate alla crisi di Intratec, come la conclusione di un contratto di cessione dell’azienda a terzi o la formalizzazione di un accordo di ristrutturazione a cui il creditore sarebbe obbligato per legge al fine di non aggravare la posizione debitoria della Società ed evitare il possibile fallimento, con l’aggravante che la stessa Telecom dopo avere provveduto alla sospensione delle linee Intratec, ha reso disponibile a molti utenti Intratec il collegamento con la pagina iniziale di Alice, facendone la prima pagina visualizzata al momento dell’accesso in internet”.
“Questo comportamento”, spiega Sarzana a Punto Informatico , “evidenzia, secondo la Società, il reale intento di Telecom Italia ovvero l’intenzione di riacquisire fette di mercato dell’ADSL a scapito di chi potrebbe concorrere con la stessa Telecom con gravi danni del cittadino consumatore che si è trovato nell’impossibilità di scegliere il fornitore più gradito e nella grave condizione di essere privato dell’accesso ad internet”.
Sul delicato fronte della concorrenza nel settore e sul ruolo di Telecom, come noto, a fine ottobre l’Antitrust ha aperto un procedimento per valutare se l’incumbent abbia abusato o meno della propria posizione dominante. Una indagine non casuale, evidentemente: alcuni competitor di Telecom parlano di una politica commerciale “aggressiva”, basata su offerte stracciate , pensate per riportare in seno a Telecom i clienti che hanno cambiato operatore o che intendono farlo. Pratiche di win back che alcuni ritengono illegali.
In attesa di conoscere e pubblicare su queste pagine la posizione di Telecom Italia sulla denuncia presentata da Intratec, una valutazione più generale emerge con assoluta chiarezza. Queste vicende dimostrano infatti che al di là del cosiddetto “scorporo” della rete Telecom e dei “rimedi” di cui si parla in questi mesi, in verità si stia consumando a spese degli utenti una battaglia di posizione. Una guerra commerciale che, anziché determinare l’apertura del mercato delle comunicazioni, rischia di provocare una ulteriore riduzione del grado di concorrenza nei servizi ADSL, e dunque delle possibilità di scelta da parte degli utenti.