Non c’è bisogno del più illuminato e attento degli analisti finanziari per capire cosa stia provocando il calo di Bitcoin: il prezzo della criptovaluta è sceso a 92.000 dollari circa, allontanandosi sempre più dal record storico che, nelle scorse settimane, lo ha portato a sfondare il tetto dei 108.000 dollari mai raggiunto in precedenza. La causa non è da ricercare nelle tensioni geopolitiche a livello globale né nelle decisioni della Fed in merito ai tassi di interesse, ma nella volontà di monetizzare.
Bitcoin chiude il 2024 in negativo
Per chi controlla l’asset da tempo, è giunto il momento di liberarsene, generando così una plusvalenza. E, di conseguenza, la vendita innesca la più classica delle dinamiche di svalutazione, legata a doppio filo al carattere di volatilità insito nella natura stessa della moneta virtuale.
La corsa al rialzo, rallentata rispetto a quanto visto nei giorni immediatamente successivi alla rielezione di Donald Trump, ha dato il via al fenomeno attuale. Nel momento in cui è scritto e pubblicato questo articolo, BTC si trova a 92.688 dollari (fonte CoinDesk). Il grafico qui sotto mostra l’andamento registrato nel corso dell’ultimo mese.
Va comunque sottolineato come, prendendo in considerazione un periodo più ampio, il trend sia comunque positivo. Ecco l’andamento di Bitcoin nel trimestre che conclude il 2024.
Come sempre, invitiamo a prendere con le pinze le previsioni sul futuro. Chi segue da tempo l’ambito delle criptovalute sa bene quanto l’andamento del loro prezzo sia difficile da pronosticare. Dopotutto, senza la vittoria di Trump alle presidenziali non avrebbe fatto registrare un rialzo così significativo e repentino da novembre in poi.
Anche per gli altri asset della finanza decentralizzata non è il più roseo dei momenti. Nel corso delle ultime 24 ore, Ethereum ha perso oltre il 2%, XRP quasi il 3% e lo stesso vale per Dogecoin, per ovvie ragioni associato a Elon Musk.