Si chiama IO ed è il centro del progetto che il Team per la Trasformazione Digitale sta portando avanti per dare una svolta al percorso di digitalizzazione della PA. IO è un’app, ma è soprattutto un varco all’interno del quale cittadino e Pubblica Amministrazione potranno incontrarsi per scambiarsi informazioni. IO può essere l’incarnazione della rivoluzione al cui il team di Piacentini voleva arrivare fin dall’inizio: un luogo unico ove poter dialogare con la PA mettendo assieme un alto numero di servizi.
Un luogo che per il Team rappresenta sia un punto d’arrivo che un punto di partenza. Se si tratta di un punto di arrivo è perché per poter arricchire di informazioni l’app è servito un grosso lavoro dietro le quinte: occorreva anzitutto far dialogare le banche dati della PA, organizzare nuovi processi di gestione dei dati stessi e collegare il tutto alle singole identità dei cittadini. Se si tratta di un punto di arrivo, invece, è perché IO vuole essere soltanto l’incipit di un percorso di evoluzione continua, in costante arricchimento dell’offerta ed in perenne tensione a fagocitare nuove parti dell’immensa macchina della Pubblica Amministrazione.
IO è il progetto per lo sviluppo dell’applicazione del Governo italiano che permetterà a tutti i cittadini di usare servizi pubblici nazionali e locali dal proprio smartphone in maniera semplice, moderna e sicura.
È un progetto Open Source che crescerà di giorno in giorno, coinvolgendo enti e servizi diversi. Nell’estate 2018 inizieranno i primi test con i cittadini: iscriviti alla newsletter per restare aggiornato.
Se questo è il punto di partenza, lo è per un percorso che il Team ha già delineato secondo una metodologia statistica volta ad identificare anzitutto quali siano i servizi utilizzati con maggior frequenza. Lo schema che segue è pertanto con ogni probabilità la base da cui capire con quale priorità e con quali tempistiche sarà possibile accedere a questo o quel servizio, all’interno di un ventaglio destinato peraltro a farsi sempre più ampio:
IO parte dai bisogni dei cittadini: lavoreremo con gli enti titolari di ciascun servizio per integrarlo nell’app. Per stabilire le priorità abbiamo organizzato i servizi in base a quante persone effettivamente li potrebbero usare a quanto spesso entrano nella vita quotidiana di ciascuno di noi. I servizi che vedi su questo sito sono solo dei possibili esempi.
La tempistica prevede i primi test con i cittadini a partire dall’estate 2018: “questo significa che in una prima fase inviteremo un numero limitato di persone ad usare il servizio, e non sarà possibile per chiunque installare direttamente l’applicazione dagli store. Iscriviti alla newsletter per restare aggiornato”. L’invito è esteso anche agli sviluppatori: “Il progetto è open source, se sei uno sviluppatore puoi seguirne gli sviluppi del progetto nei repositories della app e del backend “. Nella fase iniziale lo sviluppo sarà concentrato sulle app per iOS e Android, cercando così di raggiungere il maggior numero di utenti nel minor tempo possibile: in futuro è possibile immaginare lo sviluppo per altre piattaforme e per accesso da browser.
L’app sarà ovviamente gratuita e vi si potrà accedere solo ed esclusivamente previa attivazione di account SPID, univoco canale di accesso a tutti i futuri servizi della PA. Spiega Piacentini: “stiamo lavorando alle piattaforme abilitanti, quei componenti necessari, ma non sufficienti, per rendere l’app completamente operativa. L’anagrafe unica ANPR permetterà di sincronizzare tutti i dati dei cittadini che a oggi sono sparsi in circa 8000 anagrafi diverse, SPID ne garantirà un accesso sicuro e unico, il nodo dei pagamenti PagoPA diventerà il motore del borsellino digitale dell’app”. Il resto sarà evoluzione, nel solco di una trasformazione digitale che può costituire un passaggio epocale nel rapporto e nella percezione della PA. Ed il cui valore sarà pienamente comprensibile (sia pur se già pienamente immaginabile) soltanto nel giro di qualche anno.