In iOS 13.7 beta c'è il futuro di Immuni

In iOS 13.7 beta c'è il futuro di Immuni

Il rilascio di iOS 13.7 beta potrebbe essere l'alba del futuro di Immuni, ossia il nuovo ruolo dell'app in favore di un meccanismo aperto e globale.
In iOS 13.7 beta c'è il futuro di Immuni
Il rilascio di iOS 13.7 beta potrebbe essere l'alba del futuro di Immuni, ossia il nuovo ruolo dell'app in favore di un meccanismo aperto e globale.

Apple ha rilasciato nelle ultime ore un nuovo aggiornamento in beta release del proprio sistema operativo dentro il quale si cela il futuro (anzi, la nuova dimensione) di Immuni. Si tratta di un passaggio da analizzare con attenzione, poiché il percorso di Immuni è stato mal compreso fin dall’inizio ed in questo passaggio di consegne il rischio è che si faccia ulteriore confusione nella fretta di arrivare ai giudizi. Ecco dunque quel che sta – probabilmente – per accadere.

iOS 13.7 beta: così sarà il contact tracing

Una cosa deve essere chiara: non c’è nulla di nuovo all’orizzonte, né sono chiare le esatte modalità con cui tutto ciò andrà a succedere. Quel che sta per accadere era previsto fin dall’inizio, fin da quando il nostro Paese ha deciso che la cosa migliore da fare fosse affidarsi alla piattaforma Apple/Google per poter costruire un sistema di tracciamento che potesse essere quanto più efficace nell’immediato e quanto più durevole nel tempo. La scelta, a posteriori, è stata corretta: chi ha preso strade differenti ha presto compreso che fossero vicoli ciechi e per tutto è emerso l’interesse collettivo a lavorare proficuamente per un progetto comune attorno al quale far confluire le singole risorse. Apple e Google ci hanno messo il progetto, i singoli Stati si sono allineati.

Il progetto, fin dalla prima ora, prevedeva tre fasi:

  1. annuncio e successivo rilascio del framework A/G (10 aprile 2020)
  2. rilascio di app nazionali e organizzazione dei protocolli di segnalazione (15 giugno 2020)
  3. contact tracing affidato direttamente ai sistemi operativi, senza installazione di app dedicate

La fase 3 è decisiva sotto molti aspetti poiché trasforma un sistema nazionale in un sistema integrato internazionale, nel quale tutti gli smartphone sono in grado di interagire a prescindere dallo Stato di appartenenza. Il contact tracing, insomma, diventa una lingua comune in grado di trasferire informazioni sanitarie, segnalando le possibili circostanze di rischio e consentendo così di tracciare i focolai e risalire la catena dei contagi. In questa fase sarà lecito pretendere da parte dell’UE un presidio più forte e incisivo, deresponsabilizzando i singoli Stati nel nome di un interesse unico generale di monitoraggio del sistema e di cooperazione con i “big” interessati.

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Il rilascio di iOS 13.7 beta è l’alba di questa nuova fase, così come spiegato da changelog:

iOS 13.7 ti consente di aderire al sistema di notifiche di esposizione COVID-19 senza la necessità di scaricare un’app. La disponibilità del sistema dipende dal supporto dell’autorità sanitaria pubblica locale. Per ulteriori informazioni, vedere covid19.apple.com/contacttracing

Immuni scompare? No, si trasforma

Il tragitto di Immuni, infatti, era segnato: a partire dal 31 dicembre prossimo l’app sarà esautorata, i dati saranno cancellati ed il progetto avrà termine nella forma in cui l’abbiamo vista sorgere. Formalmente, insomma, Immuni scomparirà. La verità sostanziale, però, è un’altra: come una crisalide in fase di evoluzione, Immuni diventerà adulta spogliandosi delle vesti dell’app per mostrare le ali dell’organizzazione che nel frattempo è stata maturata. Di Immuni resterà il principio, insomma: le regole di ingaggio, forse; i protocolli sanitari di segnalazione, sicuramente. Non è chiaro quali cambiamenti tecnici dovranno essere apportati, ma tutto è all’insegna di un’evoluzione che era tracciata fin dall’inizio e che ora, forse un po’ a sorpresa, inizia a svelarsi.

Alle porte del prossimo iOS 14, infatti, Apple ha voluto già portare sul tavolo il tracciamento con cui iOS andrà a sostituirsi ad Immuni così come presto farà Android. Quando si abiliterà il contact tracing dalle impostazioni, quindi, il tutto sarà in grado di operare anche in assenza di app nazionali dedicate. Il numero dei download di Immuni (oggi 5 milioni), che già oggi è una quantificazione poco probante, perderà completamente di significato a breve poiché a contare saranno le attivazioni dell’opzione da Impostazioni e non il download di un’app dall’App Store.

Meno chiaro è quanto succederà invece alla procedura di segnalazione dei codici casuali generati da account relativi a persone risultate positive al coronavirus: saranno le autorità sanitarie a spiegare come e se le segnalazioni di rischio di contagio potranno avvenire direttamente sul framework o se il ricorso ad una app nazionale sarà invece ancora necessario. Su questo fronte le risposte dovranno arrivare nelle prossime settimane da Ministero della Salute e dal Ministero per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione.

Cosa resterà di Immuni?

Se istintivamente verrebbe da pensare che questo passaggio non farà che esacerbare gli animi di chi vede nel contact tracing un sistema di controllo globale pericoloso per la privacy, la realtà potrebbe essere ben differente. La statistica dice infatti che quando si ritiene di poter avere un vantaggio nella scelta di una nuova opzione sul proprio smartphone, gran parte degli utenti accetta senza neppure leggere né capire. Il numero di “Immuni”, insomma, potrebbe prepotentemente aumentare proprio con la scomparsa dell’app, che finora ha fatto in qualche modo da catalizzatore di istintivi timori, lecite critiche o futili dietrologie.

Immuni, i dati di fine Agosto

Non è chiaro quando avverrà il passaggio del testimone, ma con ogni probabilità l’opzione non sarà attivata in release ufficiale su iOS prima di un mese. A quel punto inizierà la corsa del contact tracing “stand-alone” affiancando le app nazionali nella fase più calda della pandemia. Con l’inverno Immuni terminerà il proprio percorso di app e resterà nelle vesti di nuovo presidio sanitario per il tracciamento di questa (e di future) epidemie.

O almeno questo è quanto suggerisce iOS 13.7 beta. Ma servono conferme, che andremo presto a cercare.

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Pubblicato il
27 ago 2020
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