Quale migliore occasione della WWDC per mostrare agli sviluppatori, e al resto del mondo, cosa bolle nella pentola del softare made in Cupertino. Le novità in cantiere sono parecchie, ma occorrerà attendere settimane o mesi per vederle comparire su schermi e smartphone: per il momento solo gli sviluppatori potranno iniziare a testare le nuove funzioni e integrarle, auspicabilmente, nelle proprie appliczioni. E sia per i PC che per i terminali mobile c’è molto da fare.
Il capitolo mobile
iOS 7 è dei due sistemi operativi quello che subisce i cambiamenti più evidenti. Jony Ive, storico designer del rilancio di Apple, è passato al comando anche del team che supervisiona lo sviluppo estetico e funzionale dell’OS mobile, e i cambiamenti si vedono tutti : iOS abbandona lo scheumorfismo, ovvero l’utilizzo di grafiche ricche di texture che cercando di riprodurre l’aspetto e le funzionalità di oggetti tangibili e tradizionali (come un’agenda o una rubrica), per passare a una grafica più essenziale e “piatta”, priva cioè di appendici estetiche inutili. Il risultato è qualcosa che assomiglia a Windows Phone miscelato con qualche spruzzo di Android, ed evidentemente Apple deve aver stabilito che alcune delle soluzioni trovate dalla concorrenza potevano risultare utili per svecchiare l’ormai troppo consolidato iOS (pur continuando a biasimare i limiti altrui).
Da Android sembrano ispirate la nuova schermata di blocco del telefono, quella che si mostra non appena si schiaccia un pulsante per riportare in vita il display, e soprattutto il nuovo Control Center: una funzionalità quest’ultima che era richiesta e già da molto tempo disponibile tramite jailbreak, e che costituisce un importante passo in avanti per colmare un gap di funzionalità rispetto alla concorrenza Google. Control Center si richiama scorrendo le dita dal basso dello schermo verso l’alto, e contiene le scorciatoie per attivare e disattivare WiFi, Bluetooth, modalità aereo, regolare la luminosità dello schermo e controllare la riproduzione dei brani musicali contenuti nella app musicale. Ci sono anche le scorciatoie per richiamare delle applicazioni rapidamente. Parallelamente è stato migliorato anche il Centro Notifiche, che ora è visibile anche a schermo bloccato e integra una sorta di riassunto veloce degli impegni della giornata.
Da Windows Phone (e prima ancora da WebOS) sembra invece tratta la nuova modalità multitasking che permette di selezionare un’altra app a cui passare mentre si utilizza il telefono. Non più solo icone quadrate sul fondo dello schermo, ma un’anteprima della schermata per riuscire a selezionare con esattezza dove si vuole saltare. Ma non è solo una questione estetica, visto che anche i meccanismi interni dell’OS ora consentono alle app di aggiornare i dati in esse contenuti in background (quando cioè non sono selezionate e in uso: un fattore che fin qui Apple aveva sempre escluso per evitare consumi anomali della carica residua, ma i tecnici di Cupertino dicono di aver trovato il modo di risolvere la faccenda), in modo tale da avere un meccanismo più coerente di segnalazioni push e contenuti mostrati, non più solo limitato alle app di sistema.
Altre significative novità riguardano Safari, che ha una nuova modalità full-screen e nuova visualizzazione delle tab aperte (simile a quella di Chrome). Lo stesso vale per l’app Fotocamera, che ora ha dei filtri integrati e può scattare foto nel tradizionale formato rettangolare o nel sempre più comune quadrato, e per quella Immagini che riceve il trattamento estetico analogo a quello del resto dell’OS e propone nuove modalità di organizzazione per le foto in memoria. Anche Siri riceve un adeguato trattamento di ringiovanimento, con interfaccia nuova, voce più naturale e la possibilità di agire su alcune preferenze di sistema (si potrà chiedere all’assistente di accendere o spegnere il WiFi, per esempio). iOS 7 migliorerà inoltre l’integrazione con i sistemi multimediali più avanzati di alcune automobili in uscita il prossimo anno. Infine, altro grande cambiamento introdotto da iOS7 (almeno rispetto all’approccio fin qui tenuto da Apple) è AirDrop: finalmente i terminali iOS potranno scambiarsi file tra di loro, via WiFi o connessione mobile. Niente NFC , neppure questa volta.
Non si può archiviare la questione iOS7, che sarà disponibile a partire dall’autunno per i terminali da iPhone 4 e iPad 2 in avanti mentre gli sviluppatori possono già scaricare una versione di prova, senza spendere due parole sulla questione grafica : le voci circolate nell’imminenza del keynote avevano di fatto anticipato quanto si è visto sul palco, ovvero icone di nuova concezione e esperienza utente che cambia paradigma. Se da un lato la nuova impostazione di Ive che mira a utilizzare più chiaramente un unico approccio estetico (fatto di griglie su cui posizionare gli elementi dell’interfaccia e la sparizione di tutti gli elementi non indispensabili dallo schermo) è chiaramente riuscita, garantendo una esperienza utente più lineare pur se basata sulla sovrapposizione tridimensionale di vari livelli di utilizzo (ad esempio Centro Notifiche e Control Center, così come le notifiche push, sono elementi che viaggiano sullo strato “più esterno” della grafica e hanno quindi funzioni a volo d’uccello rispetto alla più specifica funzione delle app), voci critiche si alzano sulla qualità complessiva del restyling e sulla sua effettiva capacità di presentare un prodotto all’altezza dell’estetica di Cupertino innanzi tutto e anche di quella della concorrenza. Colori pastello, trasparenze e gradienti potrebbero non piacere a tutti. Il desktop dice addio ai felini
OS X 10.9 è il primo della serie che non porta il nome di un “gattone”: Mavericks l’hanno chiamato, con un gioco di parole che sfrutta l’utilizzo del termine per gli animali non marchiati (e quindi questo OS non ha un nome di felino) e le onde tipiche della spiaggia dove si tiene una famosa competizione di surf (e non a caso le immagini del nuovo OS comprendono alte onde oceaniche). Da ora in avanti i nomi dovrebbero ricalcare quelli di amene località della California. A voler essere pignoli, il nome Maverick era già stato usato da Ubuntu per la sua release 10.10 , ma non è probabilmente utile mettersi a disputare di onomastica in questo caso.
Come di consueto da un paio di aggiornamenti a questa parte, OS X non punta tanto sul fattore estetico quanto sui cambiamenti sotto il cofano, mantenendo compatibilità analoga a quella di Mountain Lion. Miglioramenti tecnologici che permettono di aumentare l’autonomia e l’efficienza del PC, come nel caso di Timer Coalescing che implementa e ottimizza la coda dei processi di sistema per eseguirli al momento adatto a minimizzare l’impatto sulla CPU disponibile all’utente e sul consumo di energia, o App Nap che dovrebbe ridurre il footprint energetico delle applicazioni che non sono utilizzate ma stazionano in background. Ovviamente, comunque, Cupertino non perde occasione per mostrare anche qualche nuova funzionalità o aggiornare qualcosa che fino a oggi risultava incompleto.
Safari è uno dei casi nei quali si migliorano elementi già presenti: come la sidebar, che ora dovrebbe essere più funzionale e intuitiva nell’utilizzo, o in quello della schermata Top Sites che è più personalizzabile. Sotto il cofano migliora il motore javascript Nitro, con un occhio di riguardo anche per quanto attiene i consumi energetici. Lo stesso discorso vale per le notifiche, che diventano interattive (perchè non rispondere a un messaggio direttamente dal popup?), per il Finder che incorpora le tab come un browser, per la gestione dei sistemi multi-display che migliora aumentando le possibilità di controllare minuziosamente cosa viene mostrato dove. Anche l’app Calendario viene ridisegnata, con un approccio simile a quello di iOS ma con strumenti più adeguati a un PC per consentire la visione d’insieme dei propri impegni.
Fanno poi il loro debutto alcune novità. Mappe è la applicazione analoga a quella di iOS che mette a disposizione informazioni geografiche anche ai Mac, e che fornisce anche dati che possono venire sfruttati da altri software; inoltre è interconnessa con iOS, permettendo (come già accade in alcune app della concorrenza) di fissare tappe e destinazioni sul PC e ritrovarle sullo smartphone. iBooks compie il percorso analogo: i libri acquistati su iTunes possono finalmente essere consultati anche sul Mac, con segnalibri e annotazioni sincronizzati; una mossa non da poco anche e soprattutto in chiave istruzione, dove soprattutto oltreoceano Apple vorrebbe e potrebbe giocare un ruolo importante nella fornitura e l’utilizzo di testi scolastici. Infine, i Tag sono le etichette che Apple vorrebbe gli utenti apponessero su tutti i loro file archiviati in locale e nella nuvola, così da consentire maggiore facilità di organizzazione per i contenuti: uno strumento utile per reperire in un clic tutti i documenti relativi a un tema o un progetto, ma che richiede un minimo di impegno in più per essere sfruttato al meglio.
La nuvola
Una delle nuove funzioni di Mavericks riguarda il Portachiavi iCloud : così come fa Chrome, che garantisce allo stesso utente di poter richiamare le proprie password su tutti i device su cui si registra, anche OS X ora permetterà di tenere credenziali di accesso e informazioni personali per completare moduli online sempre a disposizione su tutti i terminali. Le informazioni sono stivate nella nuvola, cifrate si intende visto che possono comprendere anche numeri di carta di credito, e saranno richiamabili tramite l’apposita API.
Più nel complesso, Apple pare finalmente aver dato maggior senso a iCloud: ora la suite iWork potrà essere utilizzata anche via browser, con i documenti creati nella nuvola che saranno ovviamente anche a disposizione attraverso le app tradizionali sul PC, e facendo concorrenza a Google Apps e Office 365. L’idea è interessante, visto che anche chi utilizza Windows potrà ora approfittare degli strumenti Apple.
Luca Annunziata