Apple arriva ancora una volta ai ferri corti con le autorità statunitensi sulla questione dello sblocco forzato dei terminali mobile, una possibilità che l’azienda di Cupertino ha già descritto come impossibile nel caso in cui l’utente incriminato faccia uso di iOS 8 o versioni superiori. Ma la questione sollevata da Washington riguarda una versione “sbloccabile” del sistema operativo, e ora Apple deve passare per i tribunali nel tentativo di frenare le richieste di accesso indiscriminato da parte dei federali.
Il caso si discute nella Corte del Distretto Orientale di New York, e vede le autorità impegnate ad accedere ai dati presenti su un iPhone 5s animato da iOS 7, un sistema che come Apple ha già confermato può essere tecnicamente “violato” da Cupertino.
Apple ha quindi risposto definendo una eventuale ingiunzione del giudice come una violazione della “fiducia” tra Apple e i suoi clienti che avrebbe effetti negativi sul brand. Un tentativo, quello di presentare la corporation di Cupertino come paladina della privacy degli utenti, portato avanti ormai da tempo.
La reazione delle autorità? Una beffa potenziale: l’accordo di licenza con cui Apple mette in commercio i suoi prodotti (EULA) descrive una “connessione diretta tra l’azienda e i dispositivi”, con il software concesso solo “in licenza” all’utente ma con la proprietà legale fermamente nelle mani di Cupertino.
Il sistema operativo iOS 7 non è “venduto” ma solo concesso in licenza all’acquirente, dicono da Washington, quindi Apple può essere forzata a svelare i dati dell’utente. La Mela però non è d’accordo con l’interpretazione che i federali fanno dell’EULA e continua a battersi per bloccare l’iniziativa giudiziaria.
Le regole imposte dall’EULA servono a limitare la redistribuzione del software e sono comuni in tutta l’industria, dice Apple , e in ogni caso non prevedono in alcun modo che l’azienda possa disporre dei dati degli utenti. L’EULA non trasforma Apple in un servizio a disposizione del governo, una versione tra l’altro appoggiata da Electronic Frontier Foundation che definisce la richiesta delle autorità come un tentativo di infrangere il principio base dell’autonomia dell’utente.
Alfonso Maruccia