Da quando Apple ha deciso di introdurre su iOS la funzionalità denominata App Tracking Transparency (ATT) per la trasparenza del tracciamento, le app sviluppate per iPhone devono chiedere agli utenti se intendo essere tracciati o meno, per l’appunto, al fine di garantire una maggiore chiarezza riguardo l’uso dei dati e incrementare il livello di privacy. Tutto perfetto, insomma, se non fosse per il fatto che molti sviluppatori sono riuscirci a mettere a punto nuovi sistemi per continuare a monitorare gli utenti anche quando specificano il contrario.
iOS: l’80% delle app aggira la trasparenza del tracciamento
A renderlo noto è un recente studio indipendente. I ricercatori hanno analizzato nove app per iOS che utilizzano codice lato server per generare un identificatore utente anche quando il sistema di tracciamento è disabilitato. Il codice sembra essere fornito da una filiale della società cinese Alibaba, la quale è capace di tracciare questo identificatore tra le app di terze parti. Di conseguenza, le società pubblicitarie sono ancora in condizione di indirizzare i contenuti a un utente specifico.
In totale, la ricerca ha confrontato 1.759 app prima e dopo il rilascio di ATT per gli utenti iOS e anche se per un quarto di esse viene affermato che non vengono raccolti dati sugli utenti, l’80% contiene ancora almeno una libreria di monitoraggio.
Riportiamo di seguito, in forma tradotta, un estratto del testo della ricerca.
I nostri risultati suggeriscono che le aziende di monitoraggio, in particolare quelle più grandi con accesso a grandi quantità di dati prime parti, continuano a tenere traccia degli utenti senza il loro consenso esplicito. Possono farlo attraverso una serie di metodi, incluso l’utilizzo di indirizzi IP per collegare gli ID specifici dell’installazione tra le app e tramite la funzionalità di accesso fornita dalle singole app (ad esempio Accesso a Google o Facebook o indirizzo e-mail).
Nonostante quanto emerso dallo studio, non bisogna però credere che App Tracking Transparency sia inutile. Le modifiche che Apple ha apportato in tal senso hanno infatti reso più complicato per gli sviluppatori tenere traccia degli utenti. Inoltre, le app non possono più ottenere la medesima quantità di dati di un tempo, neppur percorrendo strade alternative.