Apple, è noto, dispone di poteri assoluti sulle app che girano sui gadget basati su iOS: ultimo caso di “app interrotta” è quello di Instacast, un aggregatore di podcast reo di aver provato a usare un servizio di micropagamenti alternativo al canale ufficiale controllato da Cupertino.
La colpa di Instacast? Aver deciso di usare – nell’ultimo update – il servizio di “donazioni” sociali Flattr : nata dalla mente di Peter “Brokep” Sunde e colleghi, la rete di micropagamenti permette all’utente di supportare con una somma a scelta contenuti online e siti web, suddividendo il denaro tra le varie donazioni effettuate alla fine del mese.
L’uso delle donazioni via Flattr non potrebbe essere più immediato: basta semplicemente premere un pulsante. Tutto troppo semplice secondo Apple, che per i pagamenti su iOS prevede le due uniche opzioni di un messaggio SMS o il checkout tramite browser Safari.
La decisione è veloce e definitiva: se Instacast usa Flattr privando Cupertino della sua bella fetta di commissione sulle singole transazioni finanziarie, Instacast non farà mai più ritorno su iTunes. Quelli di Flattr però non si danno per vinti , e promettono di continuare a sperimentare con varie forme di integrazione finché il comportamento della app non piacerà alla Mela morsicata.
Alfonso Maruccia