Nuovo problema di sicurezza ad altissimo profilo per iOS, il sistema operativo mobile alla base dei gadget di Apple che deve ora affrontare una minaccia estremamente sofisticata, complessa e già utilizzata allo scopo di compromettere i terminali di obiettivi altamente sensibili.
L’attacco, identificato dai ricercatori di sicurezza come “Pegasus”, è progettato per sfruttare tre diverse vulnerabilità fin qui ignote (CVE-2016-4655, CVE-2016-4656, CVE-2016-4657) all’interno del kernel del sistema e del browser WebKit, allo scopo di eseguire il jailbreak del dispositivo all’insaputa dell’utente e infine installare codice malevolo in grado di compromettere le comunicazioni presunte sicure dell’utente.
Solo ora i ricercatori di Lookout e Citizen Lab hanno osservato Pegasus in azione per la prima volta, ma si stima che l’attacco sia già attivo dal 2013 all’epoca di iOS 7: una volta compromesso un gadget iOS, i cyber-criminali o chi per essi hanno a disposizione capacità malevole di primaria importanza come l’accesso e la compromissione di messaggi, log, calendari, email e più in generale le comunicazioni dell’utente veicolate attraverso app come Gmail, Facebook, Skype, WhatsApp, Viber, FaceTime, Mail.Ru, WeChat e via elencando. Una volta infetto, nemmeno l’aggiornamento di iOS può liberare un gadget dall’azione malevola di Pegasus.
Gli analisti hanno potuto mettere le mani sulla nuova pericolosissima minaccia a iOS grazie alla collaborazione di Ahmed Mansoor, dissidente e attivista degli Emirati Arabi Uniti che ha ricevuto un link Web con la promessa di rivelazioni sulle torture subite dai prigionieri nelle carceri dello stato mediorientale. Mansoor, che non è nuovo a questo genere di tentativi di compromissione, non si è fidato dell’imbeccata e ha contattato i ricercatori che hanno svelato l’esistenza della minaccia. L’indagine è passata poi da exploit e malware ai possibili autori del codice, un gruppo israeliano avvolto nel mistero conosciuto come NSO Group.
Visto il lungo periodo di tempo in cui Pegasus è stato in circolazione è prevedibile che l’attivista degli UAE non sia stata la sola vittima (potenziale) dell’attacco: fortunatamente, per la sicurezza del resto degli utenti Apple, l’azienda ha già distribuito un aggiornamento (iOS 9.3.5) in gradi di tappare le falle sfruttate dal malware.
Alfonso Maruccia