Un accordo , tra Gawker Media – insieme al suo sito specializzato Gizmodo – e le autorità dello stato della California. Che avranno così libertà d’accesso ai vari device sequestrati alla fine dello scorso aprile, quando l’ editor Jason Chen aveva trovato la sua abitazione invasa dagli agenti della polizia di San Mateo County.
Quel mandato di perquisizione è stato ora ritirato dal procuratore distrettuale della contea californiana, che ha così deciso di restituire a Chen l’intera gamma di dispositivi precedentemente sequestrati. Tra questi, quattro computer e due server, visti dalle autorità locali come delle prove all’interno di quello che è stato dai più soprannominato Gizmodogate .
Jason Chen riavrà dunque computer e altro materiale informatico, a seguito di un accordo di collaborazione con le autorità di San Mateo. Che sono ancora alla ricerca delle precise dinamiche con cui Gizmodo era riuscito ad ottenere in anteprima un prototipo dell’ancora misterioso iPhone 4. Prototipo – come è noto – perso in un bar a Redwood City dall’ingegnere di Apple Gary Powell.
Soddisfatta Electronic Frontier Foundation (EFF), che già aveva sottolineato come il mandato di perquisizione costituisse una violazione del codice penale californiano . Precisamente della sezione 1524(g), a tutela della raccolta delle informazioni in ambito giornalistico. Ma la stessa EFF ha poi avvertito: la vicenda potrebbe non essere finita qui. La polizia di San Mateo potrebbe ottenere ora un mandato di comparizione, scavalcando di fatto l’ostacolo della sezione 1524(g): insomma, sfruttando le pieghe della legge e quanto fin qui appreso, la questione potrebbe essere tutt’altro che chiusa per Gizmodo e i suoi redattori.
Mauro Vecchio