Non c’è stata la folla della prima volta, almeno non dappertutto, ma di sicuro il nuovo cellulare di Cupertino, quel iPhone seconda edizione che ha aggiunto in pratica solo il GPS e la connettività UMTS alle caratteristiche tecniche del modello precedente, si è rivelato comunque un successo: secondo i dati diffusi dalla stessa Apple, sarebbero oltre un milione gli esemplari di melafonino venduti in 3 giorni in giro per i 21 paesi coinvolti nel lancio planetario. E le applicazioni distribuite da App Store, gratuite o a pagamento, superano i 10 milioni.
Magari non è andata proprio come ci si sarebbe potuti aspettare. Qualche fila c’è stata anche in giro per l’Italia, ma nulla rispetto a quanto si temeva: all’Apple Store di Lunghezza, venerdì mattina, la situazione era piuttosto calma – niente assalto al negozio come accaduto con il lancio di Leopard – e in diversi centri commerciali della capitale non c’era alcuna ressa attorno ai banchi dei negozi di telefonia o nei punti vendita dei maxi-store. iPhone c’era e si attendeva al massimo un paio di minuti prima di poterlo provare, tenendolo in mano e divertendosi a navigare con Safari.
Dove invece le file c’erano, come davanti allo store sulla Quinta Strada a Manhattan , non sono mancati pure gli imprevisti poco piacevoli. E così il primo della fila, l’esponente dell’organizzazione che voleva promuovere una agricoltura ecosostenibile acquistando un iPhone da spedire ad Obama e McCain (i due candidati alla presidenza USA), è finito malmenato e cacciato fuori dalla coda a causa – a quanto si dice – del suo cestino di mele di coltivazione biologica che voleva far entrare con lui nel negozio. Vicenda chiarita, con tante scuse di Apple, e lui come le decine di altre persone in fila – ognuna lì per ragioni diverse – ha potuto finalmente accaparrarsi il cellulare agognato dopo una settimana di fila.
Qualche polemica è forse il prezzo da pagare per tanta popolarità. Basta guardare cosa è successo anche a Steve Wozniak , Woz per tutti gli appassionati della mela, accusato di aver saltato la fila per entrare per primo nello store californiano dove si era recato. Una beffa per coloro che attendevano da ore, mentre Woz era arrivato con calma in mattinata e si era accomodato al tavolino di un bar lì di fronte, soprattutto perché assieme a lui erano passati altri sette suoi conoscenti, anche loro saltando la coda. Anche in questo caso, però, si sarebbe trattato di un equivoco: Woz era d’accordo sia con i manager dello store che con coloro che si trovavano in testa alla fila, e dunque nessuno sarebbe stato scavalcato proditoriamente.
Le file, a quanto pare, sono il problema principale per Apple in questi giorni. Oltre a quelle davanti agli Apple Store ci sono pure quelle online, che hanno causato qualche singhiozzo alle procedure di attivazione dei nuovi iPhone 3G e dei vecchi aggiornati al nuovo firmware, qualche esitazione all’entrata a regime del nuovo Mobile Me , e che pare stiano per causare qualche grattacapo ai responsabili di App Store: basta poco per saltare la fila anche in quel caso.
Come scoperto da Macenstein e TUAW , alcuni sviluppatori pare abbiano scovato il modo di porre surrettiziamente le proprie applicazioni in cima a tutte le liste: basta uno spazio prima del nome per finire al primo posto di qualsiasi categoria a cui il programma in questione appartenga, e la cosa pare non piaccia neppure un po’ agli altri developer che hanno deciso di giocare senza trucchetti. Si tratta in ogni caso di un problema minore, che verrà sicuramente risolto in breve dai tecnici di Apple, e che non sminuisce il buon risultato ottenuto dalla piattaforma in queste ore.
Sulle pagine di Mashable , inoltre, ci si domanda se prima o poi il sesso (e magari anche il malware ) – uno dei principali volani del successo di Internet nonché tra le fonti principali di introiti – farà mai capolino sugli schermi di iPhone. Apple giura di no, ma serpeggia il dubbio che per monetizzare appieno il successo del melafonino sia quest’ultimo un passo prima o poi inevitabile. Sempre che, a causa di uno schermo starato , la fruizione di certi video non risulti inesorabilmente compromessa.
Luca Annunziata