Il primo smartphone di casa Apple – presentato l’altro ieri al Macworld Expo – è considerato un prodotto decisamente originale, non altrettanto si può dire per il suo nome: iPhone. Prevedibile insomma, come prevedibile è stato il comportamento di Cisco , unica proprietaria del marchio “iPhone”, acquisito nel 2000 con l’inglobamento della Infogear da parte della sussidiaria Linksys, che a suo tempo aveva pensato di utilizzare questo termine per una linea di telefoni VoIP e wireless.
Ebbene, lo scorso dicembre gli “iPhone” di Cisco sono giunti sul mercato , scatenando commenti e sconcerto tra le file della comunità di aficionado Apple. L’epilogo della storia si sta consumando in queste ore. Apple sarebbe in trattativa per acquisire il diritto di utilizzo del nome, e avrebbe già messo sul tavolo una somma cospicua. Secondo Marketwatch il clima sarebbe disteso: hanno tutti da guadagnarci insomma.
“Siamo convinti che Apple intenda accettare l’ultimo documento che abbiamo elaborato. Pensiamo di ricevere oggi un accordo firmato”, aveva dichiarato martedì un portavoce di Cisco. Ma il telefono non ha ancora squillato, ed è evidente quindi che qualcosa si sia inceppato. Alcuni osservatori sostengono che si potrebbe assistere ad una brusca virata in caso di mancato accordo: abbandonare il nome “iPhone” per il chiacchierato “PodPhone” tanto gradito a Cingular Wireless. Apple perderebbe un po’ di immagine, ma rimarrebbe con le tasche piene.
Inoltre, bisogna ricordare che ogni tentativo da parte di Apple di totale acquisizione del brand è stato rispedito al mittente. Cisco potrebbe persino volere – specula qualcuno – una royalty su ogni iPhone venduto. La stessa iTV , che debutterà a febbraio, si chiamerà per questioni di copyright semplicemente “Apple TV”. Insomma, i linguisti di Apple sono in pausa forzata. Quanto durerà?
Dario d’Elia