Steve Jobs dà seguito alle minacce già intimate agli aficionado della Mela “non allineati”, inaugurando la temuta stangata su tutti i melafonini a cui è stato rimosso l’utilizzo obbligatorio del carrier AT&T: tutti gli smartphone moddati potrebbero presto fare la fine dei topi avvelenati, smettendo di funzionare in occasione del prossimo update del software di sistema.
Addio dunque ai tanti strumenti e programmini fin qui usati per liberare le funzionalità prettamente “telefoniche” di iPhone dal giogo della telco statunitense? Parrebbe proprio di sì, stando a quanto rivela il NY Times , perché secondo Apple tali software danneggiano la versione custom di Mac OS X che controlla le funzionalità di iTunes , e le capacità accessorie che Cupertino pianifica di introdurre nell’update di questa settimana (come la possibilità di accedere all’iTunes Wi-Fi Music Store) non andrebbero d’accordo con i trucchi impiegati per lo sblocco.
Apple ci tiene a sottolineare che “questo non ha niente a che fare con la disabilitazione proattiva di un telefono che sia stato sbloccato o hackerato”, ma è solo la diretta conseguenza del lavoro sporco e – a quanto pare – sbagliato, fatto dagli smanettoni dediti alla creazione dei suddetti tool e trucchi. La Mela morsicata non può ovviamente essere considerata responsabile per eventuali danni all’iPhone derivanti dall’update di un melafonino sbloccato , senza considerare il fatto che l’applicazione degli hack finora circolati invalida già di suo la garanzia sul dispositivo.
Apple arrogante nei confronti degli utenti che non vogliono sottostare alle stringenti condizioni di utilizzo di iPhone? Forse, ma di certo la simpatia per Cupertino non aumenta di pari passo con le vendite stratosferiche dello smartphone. Stephen Fry ad esempio, attore, scrittore, regista inglese di razza e utente-Mac di prima data ha chiamato all’appello le società di elettronica per la realizzazione di un iPhone killer : “Tutti i pezzi grossi vogliono un iPhone killer – scrive Fry sul suo weblog – Persino io, pazzo per tutte le cose Apple come sono, voglio un iPhone killer”.
L’attore-autore mette a confronto iPhone con l’HTC Touch, il Nokia E90 e il Sony Ericsson P1i, valutando pregi e difetti di ogni apparecchio e spendendo grandi lodi per il melafonino e il suo design eccellente, oggetto “desiderabile e bellissimo”. Ma alle lodi si accompagnano le critiche , come quella sul supporto alla sola tecnologia di navigazione EDGE in epoca di 3G/UMTS e il supporto delle sole applicazioni lato-server, essendo Fry convinto che il futuro della tecnologia non risieda negli ambienti chiusi su se stessi.
Un altro parere negativo eccellente sulla “strategia iPhone” arriva nientemeno che da Steve “Woz” Wozniak, la mente dietro i primi Apple della storia, che critica pesantemente il repentino taglio di prezzo al melafonino con relativo compenso di 100 dollari a quanti lo avessero acquistato a costo pieno: il taglio rientra nei movimenti fisiologici del mercato, dice Woz, ma questo è stato “troppo veloce, troppo esteso”. Il co-fondatore di Apple ci va poi ancora più pesante, arrivando a tacciare la sua ex-società di aver appreso la “formula Microsoft” e di essere a sua volta diventata un monopolio bolso e deprivato dello sprint dei tempi migliori .
Woz dice che iPhone “avrebbe dovuto farlo Sony”, se solo avesse trovato la formula giusta da applicare a quanto gli ingegneri nipponici avevano già sottomano.
Apple incassa, intanto però le qualità di iPhone sono ancora una volta corroborate da un confronto all’ultimo click tra smartphone di alto rango in uno studio di usabilità di recente pubblicazione: condotto dalla società di consulenza texana Perceptive Sciences , il test ha coinvolto dieci diversi individui che non avevano mai avuto modo di usare nessuno dei tre dispositivi presi in considerazione – HTC Touch ed LG Prada assieme ad iPhone – e ha decretato infine il melafonino come il dispositivo che si è comportato meglio.
Alfonso Maruccia