Prima dello streaming, quando ancora il dirompente avvento degli smartphone non era all’orizzonte, la fruizione della musica in formato digitale era prerogativa di file MP3 salvati negli hard disk, lettori CD, software installati su computer e player portatili. Rientra di diritto in quest’ultima categoria Apple iPod, dispositivo iconico e a modo suo capace di segnare un’epoca, che compie 20 anni.
Non un lettore musicale qualsiasi, iPod
Correva l’anno 2001, il 23 ottobre, solo pochi mesi dopo l’annuncio di iTunes (datato 9 gennaio). A presentarlo fu Steve Jobs, in occasione di un evento che a voler ben vedere ha poco a che fare con i keynote moderni organizzati dalla mela morsicata. A rivederlo oggi non può che suscitare un po’ di nostalgia.
L’allora CEO del gruppo volle fortemente un prodotto di questo tipo, incaricando un certo Tony Fadell (tra le altre cose fondatore di Nest e co-inventore della linea iPhone) di occuparsene. Il primo modello integrava una memoria interna da 5 GB, sufficienti per mettere 1.000 canzoni in tasca
come recitava lo slogan del lancio.
Dalla prima generazione di vent’anni fa all’ultimo modello touch molto è cambiato, in termini di design e funzionalità, avvicinandosi sempre più al form factor e alle caratteristiche di uno smartphone.
Microsoft provò a replicarne il successo lanciando la linea Zune, ma con un ritardo eccessivo (solo nel 2006) e senza ottenere il riscontro sperato a livello commerciale.
Una curiosità: il nome, iPod, ha un forte legame con il mondo della cinematografia sci-fi. Fu proposto dal creativo Vinnie Chieco, interpellato da Apple per una consulenza sulle modalità di lancio del prodotto. Dopo aver visto il prototipo messo a punto dalla mela morsicata, gli balzò in mente il capolavoro kubrickiano 2001: Osiddea nello Spazio e la celebre frase Open the pod bay doors, HAL
, rivolta dal protagonista all’intelligenza artificiale HAL 9000 che gestisce la nave spaziale Discovery.