Si è chiusa con un contratto e un pagamento una delle più infuocate vertenze legali degli ultimi anni nel mondo dell’elettronica di consumo: con un assegno da 100 milioni di dollari e altre concessioni, Apple ha fornito a Creative una vittoria che, subito dopo essere stata annunciata, ha fatto schizzare verso l’alto i titoli Creative.
Apple ha dunque accettato di acquisire le licenze Creative che, a detta di quest’ultima, da tempo il colosso di Cupertino avrebbe usato abusivamente. Non solo, in virtù dell’accordo, Creative, tra i pionieri del mondo dei player musicali portatili, entrerà a pieno titolo nel club dei fornitori di accessori per la gamma iPod di Apple.
Tutto bene? Non proprio: in queste ore gli osservatori fanno a gara nel chiedersi come possa Creative ritenersi soddisfatta dall’intesa. Dato per scontato che con il pagamento Apple riconosca la validità dei brevetti Creative, sebbene ciò non sia in alcun modo affermato pubblicamente, quanto ottenuto da quest’ultima sembra ai più poca cosa . “Creative – ha sottolineato su Forbes Rob Enderle, dell’Enderle Group – sperava di poter ottenere qualcosa per ogni iPod venduto in futuro, qualcosa nell’ordine dei miliardi di dollari”.
Sebbene l’accordo ponga fine alla furiosa battaglia legale tra le due imprese, alimentata da denunce e controdenunce, Creative continuerà a dover lottare duramente proprio contro Apple per mantenere una posizione di rilievo nel settore. Come nota il Financial Times, i 100 milioni non arrivano neppure a coprire le perdite (127 milioni di dollari) in cui è incorsa Creative proprio nel tentativo di mantenere le proprie quote di mercato.
In questo scenario, dunque, molti si dicono certi che Apple abbia ceduto su altri punti, nodi focali per le capacità competitive di Creative, ma nulla per ora trapela: i dettagli dell’accordo sono infatti segreti , una riservatezza che alimenta ulteriormente rumors e speculazioni.
Da parte sua Steve Jobs, CEO di Apple, mantiene pubblicamente le posizioni di sempre della Mela, quelle secondo cui le tecnologie utilizzate da Cupertino sono legittime in sostanza, riportando l’intera contesa ad una questione brevettuale di secondaria importanza. “Creative – ha dichiarato – ha avuto buona sorte ottenendo la registrazione di quel brevetto così in anticipo”.
Nelle scorse settimane, intanto, Apple ha anche reso noto di aver portato a termine le proprie indagini sulla situazione di numerosi lavoratori cinesi impiegati negli stabilimenti di un fornitore cinese della Mela, coinvolto proprio nella produzione di iPod. Dalle indagini dell’azienda risulta che effettivamente i dipendenti siano stati fin qui sottoposti ad orari lavorativi massacranti, sebbene sia smentita l’illazione secondo cui sarebbero stati coinvolti in quegli impianti anche dei minori. Apple ha assicurato di aver imposto al proprio contractor la riduzione delle ore di lavoro alla quota legale di 60 ore settimanali.