Questa vicenda inizierebbe in realtà circa sei anni fa, nel momento in cui una software house di Sydney, Australia creava una particolare applicazione per eseguire sul computer copie di backup di file musicali presenti su iPod e iPhone. The Little App Factory ha da allora ottenuto un grande successo con quell’applicazione, nata con il nome di iPodRip. Fino ad una recente controversia che l’ha vista protagonista, una volta contattata dallo studio legale Baker & McKenzie per conto di un cliente piuttosto irritato: Apple.
La Mela di Cupertino, infatti, non ha gradito la scelta del marchio iPod nei dati anagrafici dell’applicazione sviluppata da The Little App Factory . Di conseguenza, i suoi rappresentanti legali hanno chiesto alla software house australiana di rimuovere il termine , ipotizzando un’altra nomenclatura, possibilmente priva di riferimenti espliciti a dispositivi creati da Apple. Per la piccola azienda di Sydney un vero peccato, visto il successo ottenuto dal proprio prodotto, scaricato più di cinque milioni di volte dagli utenti.
Un vero peccato soprattutto per John Devor, CEO di The Little App Factory , che ha deciso di spedire una lettera a Steve Jobs in persona, cercando di convincerlo dell’assoluta buona fede della sua azienda e della sua applicazione. “È ovvio – ha scritto Devor, ricordando a Jobs di essere un utente e azionista di Apple – che non abbiamo voluto arrecare danni ad Apple usando il nome iPodRip o includendo marchi registrati nelle icone dei nostri prodotti”.
Davor ha poi ricordato a Jobs di aver fedelmente servito molti utenti della Mela e che lo stesso staff di Apple ha raccomandato più volte l’utilizzo del software iPodRip. “La imploriamo – ha quasi pregato Devor – di aiutarci a proteggere i nostri prodotti sui quali abbiamo speso migliaia di ore di lavoro”. Steve Jobs ha risposto a Devor con un messaggio di testo inviato dal suo iPhone. Il contenuto della missiva? “Cambiate il nome dell’applicazione. Non è poi un così grande problema”. Probabilmente incapace di rispondere ulteriormente, l’azienda l’ha fatto: l’applicazione si chiamerà soltanto iRip. Benedetta dall’eloquenza di Jobs.
Mauro Vecchio