L’industria delle telecomunicazioni europee contro la revisione della direttiva nota come IPRED ( Intellectual Property Rights Enforcement Directive ), nelle specifiche predisposizioni che obbligherebbero i singoli provider all’introduzione di “misure tecniche sempre più restrittive” per la tutela della proprietà intellettuale sulle principali reti della comunicazione elettronica.
In rappresentanza delle posizioni adottate da ISP e operatori via cavo, le associazioni di categoria Cable Europe , ECTA, ETNO e EuroISPA hanno chiesto ai vertici della Commissione Europea di non modificare il contenuto della direttiva introdotta nel marzo 2004. Tra le preoccupazioni espresse dall’industria, l’adozione di filtri e altre misure restrittive avrebbe un impatto nefasto sull’innovazione, sulla libertà di espressione e quel principio noto come apertura della Rete.
Conclusasi alla fine dello scorso marzo, la consultazione pubblica avviata dalla Commissione Europea ha suscitato non poche polemiche tra gli attivisti per i diritti digitali. Numerose organizzazioni – tra cui La Quadrature du Net – hanno denunciato l’esclusione di voci lontane dalle posizioni di business legate al diritto d’autore. La richiesta inviata dai provider sarebbe la testimonianza di un dibattito svoltosi a senso unico.
“La Commissione d’Europa non è ancora pronta a voltare pagina nelle policy legate al diritto d’autore – si legge in un intervento de La Quadrature du Net – Le autorità che hanno negoziato ACTA decidono di mantenere lo status quo, invocando la crisi economica per chiedere ancora le stesse politiche ormai guaste”.
La Commissione del Vecchio Continente ha riconosciuto un livello molto limitato nell’adozione della direttiva nei singoli paesi membri.
Mauro Vecchio