Anche IPVanish segue l’esempio di diversi altri provider, disattivando i propri server attivi in India nelle città di New Delhi e Mumbai. Le nuove normative controverse sulla conservazione dei dati del paese asiatico infatti, stanno gradualmente allontanando le VPN.
Di fatto, la legge indiana prevede la conservazione di registri riguardanti le attività degli utenti, andando a minare il concetto stesso di VPN e anonimato. L’approvazione di tali norme nelle scorse settimane, ha visto molte aziende lasciare il paese per non sottostare alle stesse.
IPVanish ha, tra i tanti vantaggi offerti ai clienti, anche ottime soluzioni nel contesto dell’anonimato e, proprio non volendo rinunciare alle stesse, ha dovuto prendere questa decisione così drastica.
IPVanish e le normative indiane: il punto della situazione
Questo servizio VPN è famoso in rete per essere una delle poche compagnie a portare avanti una politica no-log verificata. Ciò rende l’infrastruttura di IPVanish tra le più sicure del settore.
A livello pratico dunque, dallo scorso 27 giugno i nodi in India non saranno più attivi. L’azienda sottolinea come gli elenchi di server all’interno delle applicazioni si aggiorneranno automaticamente, ma i dispositivi collegati manualmente a un server indiano richiederanno la riconfigurazione in un’altra posizione dall’elenco di server VPN.
Proprio in virtù di ciò, IPVanish ha comunicato che ha in previsione di rinforzare i server presenti a Singapore per far fronte al crescente carico, vista la perdita di operatività in India.
La coerenza e la sicurezza però, non sono gli unici pregi di questa piattaforma. La possibilità di utilizzare la VPN su svariate piattaforme (Windows, macOS, iOS e Android) e le prestazioni elevate sono altre sue peculiarità.
Infine, va tenuto conto anche degli attuali sconti. Con la sottoscrizione annuale infatti, è possibile ottenere il 69% di sconto rispetto al prezzo di listino. Ciò significa che IPVanish costa
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